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L’inattesa rabbia dei Nove

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Questo argomento contiene 17 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Marina Pierini 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #726 Risposta

    Antonio

    Tutti i libri di edT affermano che i Nove hanno un enorme problema con la manifestazione diretta della rabbia. Questa osservazione sembra, fra l’altro, essere confermata dalla osservazione diretta di molteplici amici di questo tipo che, effettivamente, non manifestano una collera aperta nemmeno nei casi nei quali questo tipo di reazione sembra essere più che una sana modalità, una manifestazione di vitalità della persona. Eppure, ciononostante, talvolta alcuni Nove esplodono letteralmente in reazioni che lasciano tutti a bocca aperta. Può essere che ciò sia dovuto alla vicinanza con i due tipi che lo procedono e lo seguono sull’enneagramma, ma, in ogni caso, la reazione esplosiva lascia letteralmente di stucco. Così, ad esempio, la reazione del giocatore di calcio Totti, un tipico Nove, dopo l’espulsione dal campo, peraltro ingiusta, è stata impressionante nella manifestazione. Più recentemente una mia conoscente Nove, persona normalmente moderata ed amabile, ha avuto una reazione incredibile, dopo essere stata urtata in auto da un motorino che, successivamente, si è infilato in una scuola. Lei è scesa dlla macchina ed ha bloccato tutto il traffico per diversi minuti mentre, entrando nel cortile nella scuola, urlava come una ossessa che voleva le fosse consegnato chi la aveva urtata. Mi ha raccontato che ‘ dovuta intervenire una volante della polizia, verso la quale ha anche sbraitato lungamente, per convincerla a spostare l’auto e far riprendere il normale flusso veicolare. Volevo perciò chiedere, a chi vorrà intervenire, se avete anche voi episodi del genere che, mi sembra, gettano una nuova luce sulle modalità e la comprensione di questo tipo.

    #6830 Risposta

    Chicco di grano

    Questo breve ma significativo approfondimento sulla rabbia che, improvvisa e inattesa, esplode nei Nove mi ha notevolmente colpita e mi ha riportata con forza al passato. Sono figlia di un papà Nove, ben cristallizzato nelle modalità del suo Tipo, che ho perso quando avevo solo 22. Quando ho cominciato a conoscere l’Enneagramma, il Tipo di mio padre mi ha raggiunta immediatamente, tanto era lampante e inconfondibile, e ho riconosciuto il suo essere Nove molto prima di quanto non sia riuscita a fare con il Tipo di mia madre, che era un Sei. Chiunque abbia conosciuto mio padre sarebbe pronto a descriverlo come una persona di una mitezza e ponderatezza senza pari, tanto da farsi benvolere e stimare da familiari, colleghi di lavoro e suoi dipendenti. Una persona di una bonarietà straordinaria, da eterno bambino, sebbene accompagnata da intelligenza ed intuito vivacissimi. Per converso, lo caratterizzavano l’incapacità di prendere una qualunque forma di posizione in ogni aspetto nevralgico della vita familiare e, ancor più che questo, la nevrotica e spiccatissima devozione alla famiglia d’origine, in particolar modo alla madre, la strana figura di mia nonna paterna. Quest’ultimo aspetto è stato la fonte di ogni amarezza e contrarietà tra i miei genitori. Ho fatto queste premesse per cercare di trasmettere l’idea di chi fosse mio padre e di quali modalità lo abbiano animato nei suoi 49 anni di vita. E perchè non è facile credere che un uomo siffatto possa essere esploso, talvolta, in manifestazioni di tale collera e aggressività da lasciare non solo a bocca aperta ma richiedere anche interventi per stroncarle. Sembrerebbe assurdo eppure è stato così e vorrei citarvi in particolare due episodi, uno che lo vide avventarsi contro un ragazzo che aveva osato disturbare la sua giovane moglie, cioè mia madre, ed uno contro il geometra dell’impresa che aveva ristrutturato la nostra casa quando avevo 12 anni. Procedo con il primo: era estate, eravamo in un villaggio turistico ed io avevo 4 anni ( l’episodio mi è stato narrato, io non lo ricordo ) e sostavo ai bordi della piscina con mia madre, allora 32enne e tanto bella e giovanile da sembrare poco più che ventenne. Mio padre leggeva pigramente il suo quotidiano dando, di tanto in tanto, un’occhiata alle sue donne: sua moglie e la sua unica figlia. Ad un certo punto, un ventenne spinse in piscina mia madre, credendo si trattasse di una single sua coetanea, forse sperando di fare amicizia e colpo su di lei. Idea poco felice ma credo che siano esistite ed esistano ancora queste stupide ragazzate, chiamiamole così. Mi è stato raccontato che mio padre si alzò in modo fulmineo dalla sedia e volò a prendere a pugni il ventenne con foga fino a che non intervennero dei bagnanti e le urla di mia madre- riemersa dall’acqua- a fermarlo. Nei giorni successivi mia madre, camminando verso la spiaggia, mi ha raccontato di aver udito alcuni ospiti del villaggio dire: “Quella lì è la moglie del napoletano rissoso. Vero che il ragazzo ha sbagliato ma reagire a quel modo!!” La cosa davvero incredibile e inaccettabile per me è che mio padre non è stato mai rissoso e, addirittura, non mi ha mai neppure trasmesso quel senso di protezione dall’esterno che di solito i padri sanno comunicare alle figlie. Non ricambiava screzi e “malefatte” soprattutto se provenienti dalla sua famiglia di origine. (Comincio ad inviare questa parte)

    #6831 Risposta

    Chicco di grano

    L’altro episodio vede protagonisti mio padre e mia madre ricevere a casa il geometra che si era occupato di dirigere i lavori di ristrutturazione di una parte della nostra casa. Costui era senz’altro un professionista poco serio e piuttosto incline a raggirare i clienti. Avevo sentito spesso i miei genitori discutere tra loro apostrofandolo come “quel lestofante, quel inaffidabile individuo” etc. perchè era solito non rispettare il preventivo, aggiungere una serie di spese extra e effettuare i lavori in modo assolutamente impreciso. A lavori finiti, alla richiesta di altre spese non previste, mio padre inveì contro il geometra con una tale sfilza di improperi ed urlando così tanto che accorsero i vicini ed il geometra fuggì a gambe levate, non facendosi più vedere nè sentire. E questo secondo episodio lo ricordo anch’io. Bè, nel tempo mi sono fatta l’idea che i Nove esplodono contro quelli a cui non sono legati emotivamente per far fuoriuscire una parte di quella rabbia inespressa che non si consentono di rivolgere verso coloro che ne sono i veri responsabili..

    #6832 Risposta

    Carla

    Cara Chicco di grano, grazie per la tua testimonianza. Vorrei chiedere un chiarimento in proposito: alla fine del primo messaggio dici che tuo padre non ti ha mai trasmesso un senso di protezione. Questo mi sembra un po’ strano. Un tipo così, me lo immagino piuttosto protettivo con i suoi familiari.
    Ciao, carla

    #6833 Risposta

    Chicco di grano

    Sì, Carla, purtroppo è esattamente come ho scritto: non mi sono mai sentita protetta da mio padre. Perchè un papà che non va a parlare con il professore della figlia che, per suo odio sociale ( non scendo nel dettaglio ), in classe fa ingiusta ironia sull’appartenenza ad una determinata classe sociale. E ancora un papà che non batte ciglio rispetto ad evidenti e reiterate disparità di trattamento di sua madre (la “nonna”) tra i figli della figlia e i figli del figlio; e ancora, un papà che non prende mai posizione rispetto agli eccessivi divieti, dettati dall’ansia, di sua moglie nei confronti della figlia, rispondendo a quest’ultima: “Fai la brava, bella di papà, lo sai che mamma è fatta così”. E anche un papà che non difende nè supporta la moglie durante gli scontri che ella affronta con i cognati ( i fratelli di lui ) facendo però in modo che lei sia portavoce di un malcontento che egli stesso nutre e non ha il coraggio di manifestare.. bè.. non è cerrto un papà da cui ci si possa sentire protetti!! Che poi improvvisamente ed eccessivamente esploda contro qualche emerito estraneo non serve proprio a nulla!

    #6834 Risposta

    Marina Pierini

    Cara Chicco di grano, la tua storia somiglia veramente molto alla mia, che ho una mamma 6 ed un papà 9 (morto ormai da molti anni, all’età di 52 anni).Ovviamente i racconti personali si differenziano, ma la sostanza è quella. Nonostante il mio legame tenero sopratutto da piccola con lui, e la difficoltà relazionale con una mamma poco empatica, capisco perfettamente quanto danno possa fare un genitore quando non protegge un figlio e in qualche modo radica nella sua coscienza la sensazione di non “meritare” la possibilità di difendersi. Anni di lavoro su me stessa, la conoscenza dell’edt e il lavoro sulla ferita originaria mi hanno permesso di avere una visione approfondita e “circolare” della mia storia familiare tanto da poter confortare quella parte infantile dentro me ancora arrabbiata con lui, così da poter procedere nella visione dei miei genitori, oggi, come donna adulta e non più come una bimba che ancora si aspetta qualcosa di non deludente. Non so quanto possa esserti utile quello che ti dico ma ti invito a ricordare che i genitori sono sempre due 🙂 e che il messaggio che viene radicato nel bambino non è mai frutto del comportamento di uno solo dei due, ma dalla convalida, anche se magari indiretta, del partner. Dalle tue parole sento ancora amarezza, rimpianto e rabbia…forse sbaglio…e se è così perdonami. Comunicare ha sempre comunque una grande utilità anche se poi nei discorsi ciascuno mette la propria visione delle cose. I nove sono esseri umani come noi e come l’enneagramma ci insegna, la circolarità del simbolo indica innanzitutto una grande lezione e cioè che nessuno è migliore o peggiore degli altri, solo differente nelle modalità di esprimere la propria esistenza e la propria necessità di sopravvivere all’ambiente. Tu dici che l’esplosione verso un estraneo non serve a nulla, in realtà io osservo con un sorriso affettuoso, che non serviva a Te. Probabilmente così come tu intuisci, era per lui l’unico modo per accettare e finalmente veicolare all’esterno sentimenti aggressivi che erano assolutamente inesprimibili verso i suoi affetti.
    Pensa a quanto sia dura, per un bambino, imparare che amare significa non potersi arrabbiare con chi si occupa di lui. Anche se chi si occupa di lui non è infallibile, invincibile o peggio. E’ una prigione terribile. So che come figli ci si sente traditi, ma so anche che si tratta di emozioni legate all’immagine dei nostri genitori che possono evolvere attraverso uno sguardo più consapevole, equanime, adulto.
    Sopratutto, loro non sono soltanto ciò che noi vediamo e ricordiamo. Se qualcosa dentro te ancora si agita inquieta io ti auguro di trovare lungo la strada tortuosa della propria evoluzione un senso di riconciliazione con lui, così da poterti riprendere le indiscusse ricchezze che ti ha trasmesso e donato.
    Si vede da come scrivi che sei una persona ricca ed intelligente e anche questo….viene da lontano 🙂 ….

    #6835 Risposta

    Marina Pierini

    ho una tastiera pessima ed un neonato insonne..perdonatemi per svariati errori commessi :-)))

    #6836 Risposta

    Carla

    E’ proprio vero…i genitori sono sempre dei “giganti con i piedi di argilla”. Il bambino ha moltissime attese nei loro confronti, tutte attese legittime, ma i genitori non sono mai in grado di soddisfarle…proprio perchè “hanno i piedi di argilla”, cioè molti limiti personali, come tutti noi ed i figli, crescendo, se ne accorgono, vedono che questo ha contribuito nel creare limiti anche a loro stessi. Nonostante questo, però, continuiamo ad amare moltissimo i nostri genitori (se sono stati “sufficientemente buoni”, come dice Bruno Bettelheim) e “passa” comunque in noi l’amore che ci hanno saputo dare.
    Anche secondo me è molto importante ruscire a mettere un po’ di chiarezza nella propria situazione. L’enneagramma è un ottimo “specchio” per riuscire a capire in profondità noi stessi e chi ci circonda e questo ci aiuta in certo qual modo a “perdonare” il nostro contesto familiare di origine e a prenderne distacco…

    #6837 Risposta

    Marina Pierini

    e io aggiungerei…a perdonare noi stessi se da adulti, ancora, abbiamo preteso di guardare il loro essere giganti senza voler ammettere che sono piccoli e umani quanto noi. Io l’ho trovata la cosa più difficile da ammettere e poi da fare…

    #6838 Risposta

    Antonio Barbato

    La costellazione familiare padre Nove madre Sei sembra essere una costante nello sviluppo di figlie Quattro, visto che ormai avrò riscontrato questa situazione in una moltitudine di casi. La risposta più semplice è che un genitore fisicamente presente ma emozionalmente assente (come spesso è un Nove), tende a lasciare completamente all’altro genitore lo spazio emotivo di comunione con i figli, risultando così sia di non appoggio sia, addirittura, rifiutante. Si viene a creare una situazione che io chiamo quella del Re Travicello, facendo riferimento alla, un tempo famosa, poesia del Giusti, nella quale la figlia fa la parte della ranocchia, il padre quella del travicello e la madre quella del serpente (senza allusioni negative in questa metafora). Quello che resta alla figlia, in definitiva, non è solo una sensazione di non essere stata protetta, ma anche un senso di essere stata non adeguatamente confortata nei suoi sforzi. L’ansia della madre e il suo abituale stato di tensione, non compensato da un adeguato rinforzo del partner, tende a tradursi in un eccesso di ansia ed iper vigilanza che si scarica sui figli. In questo modo si genera un circuito di non supporto/ divieto svalutativo/ ricatto di comprensione (un atteggiamento del tipo….cerca di capire che è fatta così……) che bastano ed avanzano per creare un Quattro. Quello che dicono Carla e Marina mi trova molto concorde, ma solo se prima di un eventuale ricomposizione col genitore (il perdono è qualcosa di assolutamente troppo difficile da realizzare) è stata scaricata adeguatamente e in modo non distruttivo tutta la rabbia che è stata un sottoprodotto di quegli atteggiamenti.

    #6839 Risposta

    Carla

    ..infatti anche io appartengo ad una “costellazione familiare” simile, con madre Sei controfobica, solo che mio padre era un Sei di tipo fobico, che mi ha amato moltissimo, ma sempre un po’ “a distanza” e delegando completamente a mia madre, negli anni “importanti” della crescita, il compito della mia educazione. In quanto a scaricare la rabbia, trovo che sia un tema molto difficile da affrontare anche perchè, come fai intendere tu, talvolta può essere sfogata in modo “autodistruttivo”…

    #6840 Risposta

    Chicco di grano

    Buonasera a tutti e perdonate il ritardo con cui rispondo. Mi sono volontariamente tenuta a “distanza di sicurezza emotiva”- come la chiamo io- dopo aver pubblicato il mio intervento, perchè nonostante abbia 35 anni, nonostante sia una donna autonoma ed indipendente da tanto e in tutto e nonostante abbia al mio attivo un certo numero di anni di terapia, raccontare del legame con le due persone che ho amato più di me stessa nella vita è sempre un camminare nella tempesta, un immergersi nella profonda commozione, un annaspare e trovare infine riparo. Perdonate anche la “ridondanza” della mia vena melò.. sono sempre un Quattro, come acutamente coglieva Antonio. Uno spiccato Quattro, figlia di una mamma Sei Controfobico e di un papà Nove. Entrambi amatissimi, entrambi nevrotici, entrambi persi. Lui 13 anni fa, quando avevo 22 anni. Lei 3 anni e mezzo fa, quando ne avevo 32. Non poteva lei non raggiungere il suo amato volato via troppo in fretta! Ha quindi aspettato che la piccola fosse sufficientemente autonoma ed è andata via, anche lei. Li amo, li ho amati più di chiunque altro, i miei bambini! Bambini perchè nelle fragilità del loro dolore presto li ho sentiti più figli che genitori, da proteggere, anche da sè stessi, e da guidare. E li sopportati, quanto li ho sopportati!!! E quanto li ho rimproverati e fatti sentire inadatti al loro ruolo, soprattutto mia mamma. Con papà non ne ho avuto il tempo. Però lei, in fondo, l’ho perdonata, sebbene i suoi errori siano stati oggettivamente imensi. Ma tra me e lei non c’è stata una sola “zona di non detto”, un solo angolo dell’anima non scandagliato, non attraversato, ritrovato e ricucito a modo nostro. Con tantissima rabbia e rivendicazione da parte mia, certo, ma anche tanti sentitissimi “perdonami, figlia mia adorata, non avrei voluto questa vita per te”. Con lei abbiamo potuto lasciare il campo libero all’Amore, immenso e dilagante che ci univa. Con lui c’è stato altrettanto amore, ed era silenziosamente sotto gli occhi di tutti, ma non c’è stato lo stesso dialogo. Ecco il perchè della Rabbia, forse. La mia rabbia, quella della figlia non vista, non protetta, non capita appieno. Chiudo questo intimissimo e doloroso spaccato, dicendo grazie a Marina per tutto ciò che mi ha scritto; abbiamo davvero un background familiare molto simile. E infinite grazie ad Antonio, che sa leggere aldilà delle parole e donare ogni volta un frammento preziossimo in più.

    #6841 Risposta

    Marina Pierini

    Cara chicco di grano, mi hai fatta commuovere. Ti accorgerai presto che questo è un forum sopratutto affollato di tipi 4, con tutti i pro e contro che ne conseguono 🙂 ….si, noi abbiamo dovuto fare da genitori ai nostri genitori e questo è un prezzo che si paga prima o poi. Il fatto che tu abbia imparato a tenerti a distanza di sicurezza emotiva, così come gioustissimamente tu dici, indica che hai percorso grandi distanze nel viaggio personale di recupero di certi equilibri. Aspettiamo altre parole ed altre testimonianze, e non preoccuparti perchè qui tutti noi, prima o poi ci diamo senza troppe riserve. Un abbraccio 🙂

    #6842 Risposta

    Antonio Barbato

    Cara Chicco le tue parole mi hanno estremamente commosso e, parafrasando Elton John, posso dire che è per ospitare testimonianze come la tua che questo forum continua ad andare avanti. Marina/Sirenella diceva giustamente che spesso al Quattro capita di dover fare da genitore ai genitori e, soprattutto, di dover capire ed aiutare, quando non è ancora in grado nemmeno di capire ed aiutare se stesso, coloro che dovrebbero, per definizione, essere le sue fondamenta più solide. Percorrere le strade dell’amore non significa solo esprimere la propria rabbia, cercare di espellerla come pus e di liberarsene, ma anche e soprattutto amare il bambino che eravamo ed ancora siamo. Questo è il passo successivo Chicco e ti auguro di compierlo al più presto se non lo hai già fatto. Un abbraccio.

    #6843 Risposta

    Chicco di grano

    Cara Marina, grazie della dolcezza e compenetrazione che sai trasmettermi pur senza conoscerci, questo commuove me! Sì, avere la percezione che i propri genitori, pur amandoci ed essendo belle persone, non sono in grado di fare i genitori perchè sanno a malapena badare a sè stessi (psicologicamente, intendo) è un dolore immenso e un grande senso di ingiustizia per un bambino. Poi si cresce, si cercano con tutte le proprie forze gli strumenti per trovare un pò di equilibrio e lo si trova, grazie a Dio. E facendo questo percorso si attraversano distanze incommensurabili, come scrivi giustamente tu. Non so esattamente cosa significhi per te (forse la stessa cosa che significa per me) ma per me questo equivale alla percezione di aver camminato in molte vite diverse, pesanti ed intensamente vissute, pur avendo 35 anni. Il ragazzo della mia ultima storia importante, il mio ultimo amore (finora, spero!) diceva che ero una settantenne imprigionata nel corpo di una trentenne! Però lo diceva con stupore e profonda ammirazione. Ad Antonio voglio rispondere, con un grazie sentitissimo, che in questo forum mi fate sentire a casa, cosa che per un Quattro ha un valore speciale. E non penso di aver portato un contributo particolarmente prezioso, semplicemente ho avuto la volontà e lo slancio di esternarlo perchè sono convinta che la vita di ciascuno di noi sia fatta di momenti e situazioni toccanti. A rileggerci presto, vi abbraccio anch’io 🙂

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