HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Non ti muovere: viaggio di un Sei nel suo delitto
Questo argomento contiene 31 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Sirenella 13 anni, 1 mese fa.
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Marina PieriniP.S. a proposito della manipolativita’ dei 4 disgregati….lei si avvia da sola verso le scale della clinica e si accascia a terra spaurita e sfinita, ma non dimenticare che lei SA, che Timoteo la osserva. “Non ti preoccupare, non ti preoccupare”…ma vengo meno, dinnanzi a quelle scale perche’ il figlio lo voglio, perche’ voglio te, perche’ a te mi lega. “Non ti preoccupare, non ti preoccupare” ma tienimi con te a qualunque condizione e non mi lasciare. “Non ti preoccupare, non ti preoccupare” ma se poi sparisci e non lasci tua moglie io questo figlio lo ammazzo. Insomma, Italia e’ cruda e crudele, vittima e carnefice, come questo scorcio di Italia (il nostro paese) disgregata e brutta in cui si svolge tutta la storia. Perche’ anche l’amore piu’ appassionato puo’ essere sordido e brutto. Limitato e distruttivo. Ma da quelle macerie una vita ce la fa, a rimanere intatta. Una sola. Ma ce la fa.
EleonoraNon ho letto il libro ma, non so perchè, sono d’accordo con Sirenella…intuito femminile?! 🙂
SirenellaIn realta’ hai ragione Eleonora. Ci hai preso in pieno. Io sono convinta che ci siano modalita’ di esistenza e di difesa che sono prettamente femminili. Le donne quindi sanno “a naso” riconoscere sottigliezze seduttivo/costruttive o seduttivo/distruttive che agli uomini sfuggono perche’ muovono (dei maschi) i loro istinti e non la loro razionalita’. E’ una danza tra femminino e mascolino. Cosi’ come penso ci siano altrettante modalita’ tipicamente maschili, che gli uomini riconoscono ed intuiscono immediatamente, mentre magari le donne stanno li’ a ragionarci sopra allontanandosi dai significati istintivi e puri del tale gesto. Antonio tende ad intenerirsi giustamente nei confronti di Italia perche’ sente l’istintiva pulsione a “difendere” la femmina debole e fragile, questo oltre al suo comprendere da 4 l’ingiustizia alla quale Italia e’ sottomessa nella prima parte della storia. Io vedo la forza egoista e distruttiva di Italia, nella seconda parte del libro, perche’ sono un 4 come lei e ne riconosco alcune modalita’ ma anche perche’ in quanto donna ho visto il riflesso di qualcosa che in maniera animalesca mi appartiene…. ed evidentemente il femminino viene percepito anche da te, pur non conoscendo la storia. 🙂
Antonio BarbatoChe interventi appassionati e palpitanti cara la nostra Sirenella (è strano, visto che, normalmente, sei sempre così fredda e distaccata 🙂 :-)), ti ha suscitato la povera Italia! Più che l’impulso maschile a difendere, come dici tu, la femmina debole e fragile, io sento molto più vibrante in me la rabbia per l’assoluta ingiustizia della totale solitudine di Italia. Qualcosa che, probabilmente, appartiene alle corde più intime della mia sensibilità e si allaccia a specifiche situazioni vissute da donne nella mia vita reale. Non so se, come tu affermi con motivi che sono pienamente plausibili, Italia è motivata veramente dalla vendetta, ma a me sembra che in lei domini di più il senso di una solitudine e di una miseria infinite. Ovviamente non avremo mai la riprova di chi di noi due è più nel vero, ma, cionondimeno, la differenza nella percezione è davvero arricchente perchè mette in luce (ovviamente non in contrasto, ne in opposizione), quel diverso modo di sentire maschile/femminile che non so dire se è culturale o istintuale. Vorrei sentire sul punto anche l’opinione della Vesperina (che mi è molto simile dal punto di vista delle percezioni istintuali) e di qualcun’altra delle nostre amiche.
ElisabettaLa frase di Antonio “Italia mi ha devastato” mi ha risuonato dentro, toccando un mio modo di sentire la desolazione e la rinuncia di questa donna nei confronti della vita, dell’amore e della speranza. Continuamente sia nel libro che nel film ho percepito il suo senso di sentirsi indegna di essere amata, tanto da cancellare ed annullare ogni gesto d’amore da parte di Timoteo.Ancor prima che ogni frase fosse pronunciata o definitiva lei era pronta a fuggire, ad abbandonare, a rinunciare alla sua vita.La sfiducia verso ogni essere umano si presenta in lei continuamente “portami a casa” dice; quando viene ricoverata in ospedale ha paura, crede che nessuno possa amarla o aiutarla e sa solo pronunciare queste parole “voglio tornare a casa mia, lasciami sola”. La speranza e la fiducia in lei sono già morte e sepolte e quando accarezza il vestitino acquistato per la bimba di Timoteo ne sorride, è felice per loro come se a lei ogni diritto di felicità fosse stato negato, anche suo figlio come lei era indegno di vivere, un altro essere infelice….è andata meglio così, pensa. Non riesco molto a sentire la sua vendetta, forse più inconscia rispetto alla profonda vergogna di se stessa, accompagnata dalla mancanza di rispetto verso la propria persona e della propria dignità di essere umano bisognoso di cure, di affetto e di amore .
TeclaDi Italia ho percepito e porto dentro l’eco di una devastante disperazione e solitudine, io ho visto solo il film (non ho il coraggio di leggere il libro) e ho sentito questo: Italia distrugge quel figlio come se stesse distruggendo se stessa, quella parte di sè che poteva raccogliere amore viene da lei annullata per impossibilità ad essere vissuta. Come se il figlio, non fosse che il prolungamento di un sè ipoteticamente felice, e poichè questa felicità le è negata ella nega il figlio stesso. Non l’ho sentita come una vendetta distruttiva ma come una potente autodistruttività,come una rabbia autodiretta, come un suggello definitivo all’ingiustizia, come se uccidesse la speranza, la parte più luminosa di lei che forse poteva ancora vivere attraverso una nuova vita. Insomma credo di ritrovarmi più nelle sensazioni di Antonio.
SirenellaUna domanda…ma distruggere quindi l’unico essere che poteva amarla, perche’ in preda alla passione dell’Invidia che con Vergogna ma anche Tenacia la tiene legata alla convinzione seducente della solitudine, non e’ una forma di vendetta? Io adoro Italia. Ho sofferto per lei e con lei. Ma non esistono vittime assolute secondo me. Solo i bambini forse lo sono. Italia sceglie. Porta in grembo un germoglio indifeso e solo come lei. Lei lo distrugge perche’ l’uomo che ama non e’ affidabile e lei non si aspetta che lo sia. Italia conosce l’amore brutto. Quello del padre di lei. Quello di Timoteo. Ma anche l’amore di lei diventa distruzione quando lei lo infligge come morte al figlio. Questo e’ l’amore che Italia ha imparato e questo e’ l’unico amore che lei sa fare. Non riesco a pensare a nessuno, che sia angelo caduto su questa terra, che non debba fare i conti prima o poi col proprio essere anche demone.
EleonoraSì, Tecla, credo che sia anche come dici tu. Possono essere possibili entrambi i vissuti, contemporaneamente. Certe cose sono talmente complesse ed è difficile marcare una linea di confine netto tra la distruttività e l’autodistruttività, anzi, credo che l’una contenga l’altra. baci
TeresaLeggendo quanto avete detto tutti a proposito di Italia mi sale l’angoscia e sento una morsa nello stomaco. Sirenella, Italia si sarà anche vendicata ma riconosco la manipolazione nei confronti di Timoteo con quel suo accasciarsi a terra consapevole che lui la stesse guardando. Un tentativo disperato di chiedergli aiuto, per favore amami, non lo voglio fare, impediscimelo. Ma poi torna ad essere assalità dal senso di indegnità e di solitudine. Timoteo, pensa Italia, non può amarmi, non una come me. E’ già un miracolo che fa l’amore con me. Continua a dire non ti preoccupare come se volesse rassisurarlo che lei non gli chiederà di più. Che se ne starà lì ,anonimamente, a mangiare al tavolo vicino mentre lui mangia col collega. Che se ne starà lì, sotto la pioggia, ad osservare Timo e la moglie mentre fanno gli acquisti per il loro bambino. Lei se ne starà lì e lo aspetterà a gambe aperte, perchè solo quello può avere. Un figlio da Timoteo è una benedizione ma Italia non se ne rende conto, le sembra di stare rubando qualcosa, l’unica cosa concreta in questa storia e Italia non si sente concreta, a lei pare di non esistere. Si illude di esistere solo quando lui la possiede per il resto Timoteo non si deve preoccupare altrimenti lo perde ed ella riprenderà contatto con la sua struggente solitudine che non l’ha mai abbandonata pur stando con lui. Italia è sola perchè essa stessa si è abbandonata. Le capita questa storia, quest’uomo che entra con prepotenza dentro di lei, come le è accaduto quand’era bambina, non sa che non è quello l’amore, non sa che merita di più. Sarà anche una vendetta la sua, ma io la vivo più come una manipolazione, forse nel tentativo di legare Timoteo con il senso di colpa. Vedi come sono brava, non lo faccio nascere questo figlio, non ti creo problemi, non voglio essere di più di quello che tu vuoi, rinuncio all’occasione di essere veramente amata basta che mi ami tu, non ti preoccupare. Quanta disperazione, quanta solitudine.
SirenellaCarissima, questo libro e quindi questo film, hanno il potere di scuotere profondamente coloro che ne vivono la testimonianza. Ci sarebbe tanto da dire, e Tecla per esempio, sa benissimo quanto un gruppetto anche solo di tre, quattro persone, possa parlare differentemente della stessa storia. Dico Tecla, perche’ un paio di volte abbiamo avuto l’occasione di partecipare al cineforum che frequento, dopo il quale i film vengono discussi da tutti. Non ti muovere e’ stato uno di questi. Io concordo con tutto quanto dite, di Italia. E’ una donna che non solo perche’ 4, vive l’ingiustizia dell’amore con Timoteo ma anche quella di una condizione esistenziale assurda e nemmeno rara o idealizzata oggigiorno. Quante persone vivono borderline? Quanti ci vedono passare dinnanzi a loro, senza che i nostri sguardi colgano nemmeno i loro profili? Come se non esistessero. L’abbandono. La solitudine. L’emarginazione. Io non voglio certemente demolire un personaggio fin troppo demolito dalla storia stessa. Pero’ tendo a pensare che una possibilita’, ce l’abbiamo tutti. Anche una sola volta nella vita. Italia non sa vivere la sua. La mia non e’ una condanna, nemmeno un giudizio. Solo il tentativo di ragionare su scelte che altri, nelle stesse condizioni, vivono differentemente. Ci sono donne che i figli se li tengono. Anche se vengono lasciate. Anche se vengono umiliate. Anche se si sentono sole. Anche se vengono picchiate. Anche se quei figli sono frutto di violenza. Tutto qui. Non mi sento di cancellare anche questo aspetto della “scelta”. Italia potrebbe scegliere di avere quel figlio. Decide prima di volerlo, non osa chiedere apertamente, aspetta che sia lui ad accettare, ad arrendersi. C’e’ Timoteo che nel film le fa una visita per controllare che la gravidanza proceda, e i suoi gesti seppure sempre ruvidi sono dolci e affettuosi. Quando Timoteo va a casa per lasciare la moglie, che gli comunica la sua gravidanza, non capisce piu’ nulla. Odia la moglie, ma sa che quel figlio lo ha chiesto, e non riesce a capire cosa e’ importante e cosa no. Io credo che quello sia il momento in cui e’ Timoteo, che e’ cosi’ facilmente odioso, ad essere vittima. Anche di se stesso perche’ no, ma delle manovre altrui in quel momento e penso vada riconosciuto per equita’. Lui Italia la voleva e voleva il loro bambino. Nella cronologia della storia, questo disorientamento, questa paura su cosa fare, di Tim, si traduce in un suo periodo di silenzio con Italia. Lei lo raggiunge al bar dell’ospedale e gli chiede perche’ sei sparito? Italia in quel momento rivendica qualcosa. Timoteo non ha il coraggio di parlarle della gravidanza della moglie, e le dice solo che per adesso non puo’ lasciarla perche’ la moglie e’ malata. La allontana dal bar, e le dice di aspettarlo a casa, perche’ avrebbero parlato li’. Italia sparisce. Va ad abortire dagli zingari. Quando lui giorni dopo la ritrova, lei balla come una marionetta spezzata, fuori al portico della casa, e gli dice che ha abortito. Timoteo e’ sconvolto. Italia e’ lucida, secondo me, e sa quello che ha fatto. Arrabbiata. Rivendicativa. Disperata. Lo sa. E’ vero che non ha avuto fiducia nel loro amore e che la solitudine lei l’ha sentita ma….io ci vedo una vendetta se provo a scendere nella profondita’ del modo di ragionare di un 4. Se la vendetta e’: un’offesa morale o danno materiale che si arreca ad altri per ripagare un danno o un’offesa arrecata a se o agli altri (Dizionario Garzanti) io finisco col pensare che chiamarla vendetta significa chiamare per nome un determinato gesto che a me sembra avere proprio questo significato. Italia arreca un danno al loro bambino (e da brava 4 anche a se’ stessa), perche’ Timoteo l’ha fatta sentire di nuovo sola e abbandonata e lei questo non lo ha sopportato. Mi rendo conto che siamo sul filo della interpretazione soggettiva, e il bello dei film o della vita stessa e’ questo. Come al solito quindi, esprimo, o tento, con maggiore chiarezza il senso del mio sentire….senza pero’ voler mancare di rispetto alle idee altrui. Quello che ricordo con un brivido, e qui concludo, e’ il dialogo tra Italia e Timoteo, quando lei accarezza l’abitino bagnato della figlia che lui aspetta dalla moglie. Lui le dice: non riuscirai mai a perdonarmi, vero? Lei gli risponde: non io, Dio non ci perdonera’ mai. Io penso che Italia sia sempre lucida e consapevole. E’ la “sua” lucidita’, quindi decodifica il mondo sulla base di cio’ che ha imparato, ma questa risposta mi fa credere che lei viva quell’aborto sapendo bene cosa ha significato a tutto tondo, scegliere cosi’. Pero’ la disperazione lascia il posto ad una vita che tutti questi personaggi si uniscono a salvaguardare. La figlia di Timoteo, che riuscendo a vivere in qualche modo rende la speranza e la bellezza ad una storia che altrimenti sarebbe stata solo brutta. 🙂
Antonio BarbatoCara Amadriade Platirrina, dici cose molto sensate, tuttavia io continuo a vederci più che una vendetta una sorta di auto punizione per avere vissuto e avere osato di sperare in una forma di felicità. Un dettaglio su tutti che dice tutto della solitudine di Italia; lei ha il telefono a casa, eppure, mai nessuno nel romanzo, tranne Timoteo, la chiama, anche se lei è una donna naturalmente portata a relazionarsi con gli altri. Per me Italia è come Fantine dei Miserabili, una vittima destinata dall’autore a priori a non avere alcuna possibilità, ed allora il mio senso di difesa degli indifesi e degli oppressi mi fa reagire. Il Capitano
Sirenellae lo sapevo che tiravi in ballo Fantine 🙂 in ogni caso le telefonate non si vedono perche’ non sono rilevanti. Italia lavora in un albergo, nel libro familiarizza con le addette ai lavori. Insomma Antonio, enneagrammaticamente parlando io preferisco vedere l’insieme delle opzioni e non solo la parzialita’. Senno’ che lo si studia a fare? In ogni caso, vorrei che tu rispondessi almeno ad una delle mie riflessioni, quella che secondo me e’ davvero importante. Esistono davvero vittime assolute? Se si, allora posso accettare di vedere Italia come una donna che e’ diventata carnefice di se’ stessa. Quindi vittima del mondo, vittima di Timoteo, vittima di se’. Se no, allora Italia e’ spinta da un’ambivalenza, da una duplice forza quando decide di abortire. Dopodiche’….il tuo reagire mi fa sorridere perche’ mi piace sapere che nel mondo ci sono persone che di fronte alle ingiustizie si indignano…poi alla fin fine anche se racconti barzellette sadiche sei un sensibilone pure tu! ehehehehehehehe
Marina PieriniTra l’altro Antonio, mi farebbe piacere fare anche un’altra riflessione. Vediamo cosa ne pensi. Se davvero Italia e’ una vittima destinata dall’autrice, a priori…se la Mazzantini che e’ stata cosi’ acuta nel descrivere i personaggi e le loro brutture, non ha voluto offrire uno spiraglio a questa donna cosi’ come a tutti e tre i protagonisti, in qualche modo e’ come affermare che ci sono persone che non hanno speranza, che non avranno mai nulla dalla vita. Vivono una vita destinata alla disperazione, alla solitudine, alla miseria, senza mai poter avere un’opportunita’. Sono capri espiatori le cui vite appartengono a tutti tranne che a se’ stessi. Destini tracciati, solchi nella polvere gia’ scavati, dai quali non si puo’ prescindere. Io questa ingiustizia ulteriore e definitiva, a Italia non la voglio infliggere. Sento che il messaggio di speranza invece c’e’. Io preferisco pensare che Italia si rende conto di quello che fa. Penso che anche lei abbia il suo momento, la sua chance. Penso che lei la distrugga per disperazione e per amore e per protesta e per punire sia se stessa che Timoteo. Penso che questa scelta sia anche pero’ la sua salvezza. Italia, quando viene “sposata” in trattoria da Timoteo, sa che sta avendo da quest’uomo vile, brutale e ruvido, qualcosa che a nessun’altra lui offrira’ mai. Lo sa. Quando salgono nella stanza lei gli dice “ti amo” la prima ed unica volta in tutta la storia. Perche’ glielo dice in quel momento? Perche’ non prima? Perche’ non quando aspettava il loro figlio? Io credo, mi piace pensarlo almeno, che lei abbia scelto di dirglielo proprio quando ha potuto vedere tutto il peggio di quest’uomo fragile, vile ma ancora innamorato di lei. Lo ama cosi’. Non lo odia per la sua umanita’. Non lo odia per averci messo cosi’ tanto a prenderla con se’. Non sente di doverlo perdonare per quell’aborto del quale lei sa di essere altrettanto responsabile. E’ Dio che deve perdonarci, gli dice. Non mi ergo al di sopra di te, della tua debolezza perche’ lo sono stata anche io, debole. Ho avuto paura anche io. Non mi sono fidata nemmeno io. Ti dico quindi che ti amo, e te lo dico ora. E’ l’ultima cosa che lei gli dice prima di cominciare a scivolare via dalla vita. Timoteo si strugge e si batte per salvarla. E’ con lei. Non la abbandona piu’. Quando la figlia e’ in coma a lei, lui rivolge le sue preghiere e i suoi pensieri. A lei lui e’ legato fino alla fine. Italia accetta la sua umanita’ con umilta’, accetta l’umanita’ di Timoteo proprio perche’ sa che anche lei ha sbagliato. Accetta quell’amore cosi’ com’e’. Non e’ una vittima senza speranza perche’ riesce ad essere generosa e consapevole. Lei adotta quel cane crostonato e disgraziato cosi’ come adotta Timoteo, uomo rabbioso e randagio, li adotta e li accetta e li ama cosi’ come sono, per riuscirci deve accettare anche di se’ stessa i propri limiti e le proprie paure, e’ una generosa anima semplice e sfortunata, non inconsapevolmente usata, da un certo punto in poi, ma umana. A lei va l’amore di Timoteo. Fino alla fine. E’ struggente quello che lui le dice quando nel libro la vede morire. La resa di quest’uomo che da quando l’ha conosciuta non e’ riuscito piu’ ad avere pace nel cuore. Io non posso proprio pensare che Italia sia una vittima perseguitata, e’ troppo ingiusto. Preferisco pensare ad una donna semplice, che capisce. Che sa. Che sbaglia. Che perdona. Che ama davvero e che e’ amata davvero, fino alla fine. 🙂
Antonio BarbatoE’ una interpretazione plausibile ed altrettanto legittima. Italia, però, non lavora in un albergo ma fa, più prosaicamente, il mestiere più antico del mondo (almeno nel libro) e, quando viene portata da Timoteo in giro come un pacchetto, si vergogna per tutto il tempo e familiarizza solo con le cameriere. In conclusione… nella sua vita ha perso presto la madre che era, come lei, una misera, è stata violentata dal padre, costretta a lasciare il suo luogo natale (dove, fra l’altro,dopo la sua morte non c’è nessuno che abbia voglia di dire qualche parola buona in suo ricordo), ha perso il nonno che era l’unica persona che forse le aveva dato un po’ di affetto, non è una pigra o una sfaccendata e si adatta, per sopravvivere, a fare qualsiasi cosa, ha buon cuore ed adotta un cane cieco ed inutile, viene violentata per due volte da uno a cui lei aveva solo offerto aiuto ed infine muore di una morte alla Manon Lescaut…..e tu mi dici che l’autrice le ha concesso, perfino, il beau gest di una fine nobile…….Può essere, ma io continuo a pensare che non le è mai stata data veramente una possibilità. Purtuttavia apprezzo la tua interpretazione delle parole che Italia dice quando si rimette a Dio. La cosa più tragica, in definitiva, è che persone con storie del genere esistono davvero e, in alcuni paesi, sono quasi la maggioranza!!
Marina PieriniAntonio, guarda che lei fa la cameriera sia nel libro che nel film 🙂 e’ Timoteo che le lascia i soldi dopo averla “presa” e siccome spera quasi che lei sia una prostituta lei glielo fa credere in primo momento. Ti assicuro che sia nel libro che nel film lei poi gli racconta che pulisce le stanze di albergo. Questo solo per precisare. Io non dico che non sia una sfortunata. Dico solo che non e’ inconsapevole come un animaletto che viene spremuto senza capirci niente. Anche quando lei racconta del padre, c’e’ una sorta di pieta’ dura, di accettazione nei confronti di un uomo che lei racconta come un poveraccio. Italia e’ molto piu’ forte di quanto non sembra. E’ la sua tenacia. Non puoi dimenticare che un 4 e’ anche questo. Non puoi dimenticare che l’autopunizione di un 4 vergogna nasconde anche altro. Non puoi dimenticare che la rivendicazione prima o poi viene fuori, in un modo o nell’altro. Scusa ma la Mazzantini fa un quadro deprimente di tutti i personaggi. Anche la moglie di Timoteo fa abbastanza schifetto. Per non parlare di Timoteo stesso. Io credo che questa storia sia molto di piu’ dello squallore superficiale. E’ una storia di miserie, senza dubbio. Una storia brutta, in un posto brutto, con personaggi brutti. Ma se ci ha commossi e presi cosi’ tanto ci deve essere qualcosa di piu’ di questo. Proprio perche’ forse storie cosi’ ci sono ovunque attorno a noi. Non serve andare chissa’ dove, perche’ quel paese di cui si racconta e’ proprio il nostro.
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