HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Nove: Ricettario di sopravvivenza
Questo argomento contiene 5 risposte, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da Marina Pierini 13 anni, 1 mese fa.
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QuarantaNoveCiao a tutti,
non ho mai scritto su questo forum. Ho una conoscenza superficiale dell’enneagramma legata ad alcuni libri che ho letto, ad un corso introduttivo che ho fatto a suo tempo, e a serate passate con amici o conoscenti in cui quasi sempre ero io il più esperto.
In ogni caso è una cosa che mi accompagna quotidianamente, anche se in modo molto “light”.
Detto questo dopo anni di “errori” mi sono finalmente riconosciuto nel nove, dopo essere passato per vari numeri, in particolare il quattro, in cui mi riconoscevo a causa di una mia certa predisposizione artistica e della mia tendenza a lamentarmi. Ma poi scavando scavando ho visto che sotto c’è il nove.
Il motivo per cui scrivo è chiedere consigli per superare 4 tipici problemi che riscontro quotidianamente, parlo di risoluzioni pratiche, non di fare grandi lavori introspettivi, degli aiuti per “venirne fuori”. Poi spero che in futuro avrò tempo anche per il lavoro introspettivo, ma per ora vorrei almeno “cambiare direzione”. Probabilmente sono consigli che vanno bene per tutti i nove, ma mi piace chiedere direttamente “di me”:
1) tendo sempre a dare ragione agli altri, ho come paura di investigare davvero quale sia la mia opinione (“tanto non ce l’ho” è la mia prima tentazione), ma quando improvvisamente mi rendo conto che ho ragione o che mi sento dentro un’opinione convinta e magari la esprimo in modo deciso subito poi provo sensi di colpa e “chi me l’ha fatto fare”. Mi è successo di recente sul lavoro: ho dichiarato il mio pensiero ad un fornitore, dicendo che quello che ha fatto non è corretto e che o mi rifà una fattura a prezzo più basso oppure non la pago”. Credetemi, ero nel giusto. Tuttavia sono 3 giorni che in background ho il tarlo che mi dice “sentiti in colpa, potevi lasciar stare?”…. Come lo uccido questo tarlo?
2) Amo i miei figli da matti. Però a volte mi sento impotente totalmente. Mi sento di non dar loro abbastanza. Mia moglie mi dice che sto anche troppo con loro, di non preoccuparmi. Ma io ho letto cose terribili sui padri nove su questo forum e mi sto preoccupando. Sinceramente non mi sento assente, però mi rendo conto che per passare all’azione ho dei blocchi. Esempio facile: l’altro giorno ho portato mio figlio di quasi 2 anni in piscina. Erano settimane che lo stavamo pianificando, a lui piace il mare ed è stato anche più volte in piscina da amici (chiaramente non in novembre). Mi ero ripromesso di fare la borsa il giorno prima. Sono riuscito a partire invece in ritardo ed ho fatto una fatica a fare la borsa. Ogni oggetto che cercavo (ciabatte, asciugamano, …) mi pesavano quintali in mano- Sentivo un’inerzia fortissima. Il pensiero di non sapere dove sono le cuffie mi faceva quasi disperare “ecco, non le troverò mai, non potevo fare a meno di andare in piscina?”. Ecco io mi strozzerei, ma quando faccio così è più forte di me. Non volevo fare una cosa bella per mio figlio? Non posso quindi concentrarmi su quello e superare le “imbranataggini varie”? Poi in piscina è stato molto bello. Però comunque mi sembra di vivere tante cose come se avessi una zavorra, un peso che mi rallenta, anche se ad alcuni posso sembrare iperattivo. Come posso togliermi sta zavorra e cercare le ciabatte senza frignare?
3) Se ho fatto torti o piccoli tradimenti a persone care nel passato il pensiero di queste cose ritorna a volte e mi sommerge totalmente tant’è che a volta perdo dei giorni con questi pensieri in background. In particolare un piccolo senso di colpa (magari suscitato da un fil in tv) mi rovina 3 giornate di fila… Non c’è una ricetta per uccidere questi rimorsi obiettivamente insensati?
4) Ho sempre bisogno di riempire la mia vita con qualcosa di più. Di recente mi sono messo a studiare il violoncello… Ma serviva farlo? So già suonare altri strumenti. Non potevo fare a meno? Se da un lato mi diverto molto, dall’altro mi stanco (anche perché studio di notte), e ne va poi della salute della famiglia. Ogni tanto penso che se smettessi oggi non mi cambierebbe niente. Davvero credo che non riesco a distinguere le priorità. In passato ho avuto molti altri violoncelli (ovvero cose che ho iniziato e lasciato), in cui anche riuscivo, ma poi in effetti mi rendevo conto che la motivazione non c’era più, o non c’era mai stata. Anche se durante il processo sono di una determinazione folle, una precisione maniacale nel definire gli orari di studio e di contare quanti giorni ho perso nell’ultimo mese. Come posso essere più onesto con me stesso e considerare seriamente le priorità?
I punti 1 2 3 4 non sono chiaramente il sunto della mia esistenza, però sono dei punti pratici da cui mi piacerebbe partire per migliorare un po’ e far vivere meglio chi sta con me.
Grazie.
AnonimoCaro amico, non sembra, leggendoti, che questa conoscenza dell’enneagramma ti accompagni nella vita in modo “molto light”, come tu dici. Pare, anzi, che tu ci faccia quotidianamente i conti in modo piuttosto serio. Ti inviterei a sdrammatizzare su molti punti che descrivi, salvo forse su uno, che forse è il maggior limite del Nove (ma tutti, in qualche modo siamo “segnati, come sai) ed è quello di stabilire delle priorità per non disperdersi in mille direzioni. Da Quattro ti consiglierei di cercare, in qualche momento, degli spazi di silenzio, per ascoltare meglio te stesso e sentire quello che affiora dall’interno, che senti più importante di ogni altra cosa…ma certo questo ti porterebbe ad un lavoro interiore che forse a te, da uomo pratico, può sembrare una “perdita di tempo”…
Ciao, Carla
QuarantaNoveCiao Carla,
grazie per la tua risposta.
Sì come dici tu io sono abbastanza “ossessionato” dall’enneagramma, ma in dico identifico “Light” la mia conoscenza perché in realtà non ne so molto, mi sono chiare le basi, ma poi non è che abbia mai approfondito, sebbene ci pensi spesso anche con il gioco dei numeri (“quello è un nove, non riuscirebbe mai a vendere a 1000 euro”, “non mi odia, è un uno, si esprimono così”, “lascia stare pago io (ad un cinque)” …). Diciamo sono “ossessionato light” ;).
Con il tuo semplice consiglio mi hai spiazzato. Rileggendo la mia domanda vedo in effetti come anche essa contenga problemi di priroità. Non sapendo quale sia il mio problema ne ho elencati 4. Ma avrei forse potuto elencarne altri 16 senza saperli mettere in ordine di importanza. In effetti questo è un problema serio per il nove.
Pensa che il solo pensiero di fermarmi a pensare mi fa andare in panico. Cioè ho provato quasi per scherzo a fermarmi a pensare come mi hai suggerito ora e dopo 2 secondi già avevo l’istinto di andare verso l’armadio dei dolci e prendere la cioccolata… Cavolo, davvero sono la caricatura del nove in questo momento.
Un problema comunque che riscontro è di non ascoltare me stesso, ma neanche le esigenze degli altri, essendo ovviamente troppo pieno di pensieri inutili, forse come un server di posta che riceve tanta corrispondenza, ma non riesce a distinguere spam da messaggi veri.
Mi puoi dare una tecnica per provare a cercare questi spazi di silenzio?
AnonimoCerto che lo so amico: un bel corso di hatha yoga. E’ quello che sto seguendo io, dallo scorso anno. Sono due volte alla settimana di vera “terapia” rilassante e rivitalizzante. La nostra maestra ci da’ anche qualche consiglio per introdurci alla meditazione, “fare spazio” al mondo interno che, in genere, è sempre “soffocato” dagli stimoli del mondo esterno e noi – dice la mia insegnante – guardiamo sempre gli altri, invece di ascoltare di più noi stessi. Prova a cercare qualcosa di simile anche tu, nella tua città. Vedrai che conquista!
Ciao, Carla
Marina PieriniGentile amico, innanzitutto benvenuto tra noi, sono costretta a risponderti davvero in maniera stringata e di questo ti chiedo immediatamente scusa ma per motivi troppo lunghi da spiegare non ho sufficiente tempo (adesso) per leggere tutte le risposte e dedicarti l’attenzione che meriti.
Dunque mi limito a dirti una sola cosa, a me non sembri un 9.
L’enneagramma ci indica i 9 come persone innanzitutto dell’azione.
Dunque un 9 non ha mai problemi ad agire nel mondo, a fare, a compiacere gli altri per sentirsi vicino a loro e nemmeno mai prova questi sensi di colpa che così tanto caratterizzano i tuoi stati.Non sei in linea con alcuna delle caratteristiche del tipo 9 se non per un solo aspetto: quello di uno stato di pesantezza, di apparente pigrizia che a differenza del 9 che agisce e fa per “distrarsi da sè stesso” come modalità specifica a te invece blocca.
Sei arginato nel passato, nei rimorsi, in un senso di inadeguatezza verso i tuoi figli e la tua famiglia, senti una grande resistenza interiore che ti paralizza, che non ti permette di raggiungere obiettivi e senso di colpa quando ti difendi da ciò che ritieni ingiusto per te.
Non posso sostituirmi a te, ma da persona che studia e lavora con l’enneagramma da tempo, grazie alla qualità approfondita dei corsi di Antonio, mi sento di affermare con certezza che non sei un 9.Mi sembri piuttosto un 4 del sottotipo misto, ve ne sono due ai quali potresti appartenere ma indicarti qui i nomi senza approfondire non serve a nulla.
Lo faccio solo per aprirti ad una nuova possibile curiosità: esiste infatti una tipologia mista di 4 che noi chiamiamo “Apatia”, mentre ce n’è una seconda, sempre mista, che chiamiamo “Vergogna”.
I tuoi racconti si collocano molto bene nella prima, abbastanza bene nella seconda.
Potresti ance ritrovarti nella tipologia del 5 ma la verità è che solo una migliore conoscenza dell’enneagramma come strumento può indirizzarti verso una identificazione più precisa.La soluzione pratica da suggerirti? Approfondisci la tua conoscenza.
Non c’è azione che si possa consigliare se non nasce da te stesso e dalla direzione personale che tu hai trovato per te, anche in base alle tue personali energie.Tornerò presto e con maggiore calma a scriverti, per cui spero di rileggerti.
Saluti affettuosi a tutti.
Marina PieriniLe mie riflessioni devono essere state destabilizzanti, visto che l’amico quarantanove è svanito.
Mi spiace, la fretta mi ha resa forse troppo cruda, non era mia intenzione, anche se confermo, rileggendo il testo, le precise percezioni avute nell’analisi delle sue dichiarazioni.
Ho risposto alle tue domande credendo in buona fede che fossero state poste per ricevere delle risposte, ance se ho preferito offrirti il risultato delle mie intuizioni piuttosto che un’analisi accurata.
Dunque mi scuso se le mie deduzioni o i miei modi non hanno incontrato il tuo gradimento (se così è stato).L’enneagramma non è uno strumento innocuo e vedere alcuni aspetti di noi, che la nostra coscienza per qualche motivo vuole invece tenere celati, può procurarci turbamenti, resistenze di vario genere e negazione.
Proprio per questo non va usato in maniera “light” (che vorrebbe dire superficiale?) su sè stessi, nè sugli altri.Come studiosa e poi codocente, durante i corsi di formazione, mi sono ben resa conto di quanto all’idea di scoprirsi anche solo pochissimo, alcuni di noi fuggono a gambe levate.
Dunque mi chiedo cosa può capitare se diciamo a qualcun altro: tu sei questo o quello, sei così o cosà, interpretando malissimo una conoscenza superficiale?
Diventa solo una sorta di etichettatura automatica ed errata di un meccanismo complesso, o un gioco di società…ma che può fare male, molto molto male.Dunque non posso sperare altro che chiunque si avvicini a questo sistema complesso ed affascinante di conoscenza, lo possa usare sempre con attenzione, rispetto, sensibilità, intelligenza e molta molta prudenza.
Spero comunque in una tua nuova partecipazione così da poterti offrire una spiegazione più approfondita, se lo vorrai.
Saluti 🙂
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