HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Ophelia, un agnello tra i lupi?
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Di solito i personaggi Nove mi suscitano da subito un senso di fastidio (è da questo che mi accorgo che sono Nove), ma Ophelia è uno dei personaggi shakespeariani che amo. Nonostante venga descritta come una pedina nelle mani prima del padre e del re e poi dello stesso Amleto, Ophelia può essere considerata il prototipo della fanciulla del Sedicesimo secolo.
La sua caratteristica principale è la cieca obbedienza all’autorità anche perché ella sembra esistere solo attraverso il rapporto che ha con le figure principali della storia, così come i Nove sentono profondamente di esistere essenzialmente in relazione all’altro. L’accettazione della richiesta di tradire di Amleto (perché accettare di fare da esca per il padre è questo) non è il frutto di una mera subordinazione, ma semplicemente quello che per un Nove significa dover scegliere tra due amori: nel caso di Ophelia vince quello che lei sente più sicuro, visto anche il cambiamento caratteriale avvenuto in Amleto.
Il dramma di Ophelia si scatena nel momento in cui Amleto scopre il doppio gioco e da buon Sei non riesce a vedere quelle che sono le motivazioni che hanno spinto la giovane a scegliere di seguire gli ordini del padre, ma utilizza questo episodio per avvalorare la sua idea che il mondo femminile è traditore. È solo nel momento in cui Ophelia non ha alcun punto di riferimento che regredisce tanto da cadere nella follia. La sua è infatti non è una follia viva come quella ad esempio di Lady Macbeth, ma un lento scivolamento nel sonno della morte: si lascia scivolare nel fiume e annegare.
A differenza di altre eroine shakespeariane, poi, Ophelia è sola, non ha confidenti (penso ad esempio alla balia di Giulietta) e tutti i consigli le vengono dal padre di cui si fida completamente, padre che però la considera solo una pedina da usare a suo beneficio o per quello del re.
C’è una cosa che mi ha colpito Ophelia viene sepolta nella tomba di Yorick il buffone del tempo felice dell’infanzia di Amleto, del suo tempo sepolto, del mito di un mondo che non c’è più, quello a cui i Nove sono sempre legati. -
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