HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Politically Uncorrect- Il tipo che sopporti di meno
Questo argomento contiene 89 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Chicco di grano 13 anni, 2 mesi fa.
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un atomoIo non sento alcuna differenza nella mia percezione degli ennea al maschile o al feminile, quello che invece ho notato che ho più problemi con la sfera degli emozionali 2, 3 e 4 anche se con modalità differenti che con i mentali, e ancor meno con i tipi di pancia. L’essere umano ad espressione 1, 9 e 8 che pure si sono modellati in modi differenti rispondono all’esperienza in un modo che comprendo, che sento chiaro, definito, poco ambiguo e quindi generano in me rispetto. A modo loro stabiliscono confini più chiari, compreso i 9 che sembrano tanto iper adattabili, e che io non giudico affatto tali in quanto dotati di un’ ostinazione molto dura e tenace. I tipi mentali hanno il vantaggio di intrigarmi , forse appartenere alla sfera emozionale mi fa comprendere più a fondo i meccanismi e questo mi rende più reattiva e critica. Gli emozionali seguono percorsi tortuosi e molto autoreferenziali, molto spesso mancano di obiettività e recitano continuamente, compresi e anzi soprattutto noi 4 che ci teniamo molto ad essere autentici. La verità è che in un certo senso lo siamo. Io credo che prendiamo tanto seriamente la recita da impersonarla prima cosa per noi stessi, mi sono convinta che l’insoddisfazione maggiore, non nasce dalla cosiddetta invidia o senso di privazione di qualcosa di esterno, ma dall’allontanarsi da se stessi, dalle vere e profonde emozioni attraverso questo inscenare continuo di situazioni relazionali dai toni così acuti da trasformarsi in un falsetto. Non parlo necessariamente di conflittualità, i meccanismi sono gli stessi anche quando apparentemente collaboriamo o amiamo. siamo talmente convinti che il cannovaccio è stato scritto dal destino da rifiutare di capire che in realtà lo stendiamo noi parola per parola. L’enneagramma e poi l’avvicinarmi ad altre discipline mi ha fatto capire soprattutto questo. il minimo comune denominatore dei 2, 3 e 4 dovrebbe essere la vergogna ma la reazione comune è in realtà l’inganno. Ho notato che in genere i 4 hanno spesso difficoltà con i 3 e con i 2, secondo me, perchè sentono la puzza dello stesso inganno con in più la presunzione di saperlo gestire in modo che giudicano più raffinato. Quella che avete definito inaffidabilità dei 4 dovuta ai cambi di umore apparentemente inesplicabili (e che ogni 4 saprebbe spiegare con dovizia di particolari, tutti intimi e personali, sbigottendo non poco i malcapitati) secondo me sono dovuti al carico interno della pressione generata da questo inganno che il 4 trova comunque insopportabile. E’ come se un cambio repentino di compartamento avesse l’illusorio potere di cancellare le basi sbagliate della relazione, ma poi torniamo quasi sempre al punto di partenza, dopo aver rassicurato noi stessi che possiamo fare in modo diverso. Ci tranquillizziamo con un effetto altamente scenico che più o meno è del tipo: tu ti aspetti a e b, ma io se voglio posso agire c e d, ma la cosa non è tanto rivolta all’altro, quanto alla propria personale gabbia, crediamo così facendo di aprirla, con l’unico risultato di serrarla ancora di più. Queste interpretazioni sono troppo esagerate, fuori fuoco? O hanno un fondo di verità?
Carla BasagniCara Atomo,
io credo che questa impressione di “inaffidabilità” data dai Quattro rimandi invece ad una ferita molto profonda che abbiamo dentro, e che deriva dal cosiddetto “modello di attaccamento” che abbiamo sperimentato con la figura materna. Credo che l’enneatipo Quattro abbia sperimentaro un modello di attaccamento “insicuro” con la propria madre, secondo la definizione di John Bowlby, ben nota a chi si interessa di psicopedagogia. Lo stile di attaccamento insicuro genera molti problemi di relazione, nella vita adulta, perchè è proprio il linguaggio non verbale, l’ espressione corporea spontanea ad esserne impregnata. Anche se ne siamo razionalmente consapevoli, in età adulta, qualcosa di noi continua ad esprimere questa ferita. Io, per esempio, ho problemi con lo sguardo, nel senso che non riesco a sostenere a lungo lo sguardo di una persona che mi parla, o non mi viene spontaneo fare “sguardi d’intesa” alle persone, per esempio. Di questo io sono divenuta consapevole, quindi riesco a contenere in parte il fenomeno, ma non a cancellarlo del tutto, soprattutto quando sono più stanca o stressata.
Ciao, Carla
Marina PieriniCara Carla, molte delle cose che dici mi risuonano…non dimentichiamo mai tuttavia che i genitori sono due e che il messaggio che l’altro sembra mandarci è vitale e determinante tanto quanto quello materno e viceversa. Per quanto riguarda la storia dello sguardo…non pensi che semplicemente sia una questione di timidezza…anzi…della vergogna che i 4 sopratutto da piccoli provano? Avevo notato che sono sopratutto i tipi 6 fobici a non reggere lo sguardo degli altri…vedo che ci sono spesso delle somiglianze tra noi e loro…baci.
Carla BasagniSì Marina, è senz’altro un profondo ed inspiegabile (razionalmente) senso di vergogna, che porta ad inibire l’espressione, almeno nel mio caso. Comunque, lo sguardo, essere rispecchiati significativamente nello sguardo dell’altro è davvero importantissimo per la formazione della personalità. Mi ha molto colpito, ad esempio, quello che è successo con mio figlio adottivo, quando eravamo appena arrivati in Italia, dal Vietnam, le prime volte che mangiavamo insieme, io e lui da soli (il babbo era tornato subito a lavorare, io ero in maternità). Abituata a mangiare, a pranzo, sempre per conto mio e presa da mille preoccupazioni pratiche, non lo guardavo abbastanza e lui faceva di tutto per attirare la mia attenzione. Per fortuna, mi sono resa conto presto che proprio quella era la cosa più importante da fare ed ho sempre cercato, da allora in poi, di guardarlo dritto negli occhi. Quando non lo faccio, il bimbo si preoccupa subito e mi chiede direttamente: Mamma, perchè non mi guardi? Sento che per lui questo sguardo è veramente fondamentale, sembra esservi legato proprio il suo senso di valore come persona.
Ciao, Carla
Utente OspiteSono daccordo con Carla per quanto riguarda la teoria di Bowlby e a proposito dell’importanza dei sensi io ad esempio sono condizionata dalle espressioni del viso degli altri. Cioè percepisco subito se una persona assume un atteggiamento positivo o negativo nei miei confronti dall’espressione del viso. Una persona può dirmi qualcosa di positivo ma basta un impercettibile (agli altri) movimento del volto che palesa il contrario e io ne sono subito condizionata, non mi fido più, sento il rifiuto, è incredibile! Invece non ho problemi a reggere gli sguardi, a volte per me è una vera e propria sfida. Se qualcuno mi fissa, dopo l’iniziale imbarazzo, prendo a fissare anch’io, fino a quando è l’altro a distogliere lo sguardo.
Teresail messaggio di cui sopra l’ho scritto io
Marina PieriniEssere visti è un’esperienza fondamentale per qualunque bambino, per qualunque essere umano. Quello che hai raccontato, Carla è stato molto intenso e toccante oltre che significativo. Per i tipi 4 ha fatto parte dell’esperienza infantile l’osservazione di genitori emozionalmente non presenti o non sempre positivi. Vedrai Terry che col lavoro sulla ferita originaria molte di queste esperienze simili troveranno una risposta sensata e comune. I 4 tendono ad essere empatici, lo si dice spesso, eppure non dobbiamo accettare questa caratteristica senza domandarci cosa significa nella nostra esperienza e come mai ci accomuna. L’empatia potrebbe essere paragonata ad una sorta di vibrisse emozionali, degli scanner interiori che spingono i 4 (ma non solo) ad osservare emozionalmente le persone che contano per loro. Questo però, in quanto moto legato alla passione, ci porta talvolta ad ingigantire quello che percepiamo, a deformarlo, a dargli un’importanza centrale nella relazione e talvolta veniamo depistati da rispecchiamenti o espressioni altrui che non sempre significano quello che noi soggettivamente abbiamo creduto. Il nostro modo di decifrare le emozioni altrui rischia di divenire unico, centrale e assoluto. Il punto è che il bambino sensibile che osserva in questo modo “forte” le espressioni del volto dei genitori…si sente centrale in quello che accade. A volte ad esempio può essere normale per un bambino addirittura sentirsi in colpa se i genitori si separano. Anche da adulti ci si può portare dentro questa convinzione mai evoluta in altre consapevolezze. Questa sensazione di unicità, di centralità che è spiegabile nel mondo infantile noi ce la portiamo dentro senza permetterle quella evoluzione che diversamente ci rende consapevoli che noi siamo solo una “parte” della realtà, dei pensieri e delle emozioni di chi ci sta accanto e che il nostro sguardo, per quanto sensibile ed acuto non deve diventare l’unica spiegazione, l’unica possibile interpretazione della realtà che diviene a senso unico, gigantesca, irrigidita, “fissata”. Non volevo fare una lezioncina, per carità, solo che Terry ha iniziato un percorso sulla ferita originaria che purtroppo per cause ben note non è possibile svolgere mensilmente e osservare certi moti senza darli per scontati, ci può preparare meglio a capire che noi spesso tendiamo a vedere ancora le cose del mondo come bambini e non come adulti, perchè in qualche modo mancano passaggi consapevoli che ci permettono di abbandonare la visione egocentrica e onnipotente tipica dell’infanzia. Purtroppo accade molto molto spesso a tutti noi. Lo sguardo di noi “da grandi” non va confuso con lo sguardo “adulto” che sa comprendere e spiegarsi il mondo in un modo completamente diverso da come abbiamo imparato da piccoli. Si tratta di una vera e propria rivoluzione di conoscenze emozionali e cognitive alla quale la nostra cultura secondo me, mal ci prepara, mal ci accompagna. Dobbiamo fare questo viaggio da soli, con tempi personali e differenti. Spero che a settembre si riesca ad organizzare il secondo incontro residenziale a Salerno o dintorni, perchè anche se non è un’esperienza completa, quella cognitiva è una delle vie attraverso le quali possiamo spiegare al bambino interiore cosa può e deve cambiare…
TeresaSi Marina concordo pienamente con quanto dici. Abbiamo abbastanza anni e abbastanza esperienza per capire quanto ci accade. Sai, credo davvero che, paradossalmente, è più facile restare impantanati nella nevrosi che faticare per il cambiamento…
Carla BasagniCare amiche,
mi ha colpito la differenza tra me e Teresa a proposito dello sguardo, anche perchè so che rientriamo entrambe nello stesso enneatipo 4, ma ricordo che Teresa si riconosce nell’istinto sessuale ed io nel sociale : lei mantiene il contatto con lo sguardo dell’altro, quasi come sfida, io lo rifuggo, per imbarazzo. Non si vede il gioco degli istinti in atto , proprio da questi importanti dettagli del nostro comportamento?
Un’altra cosa: scommetto che, oltre a condividere l’interesse per Bowlby, abbiamo in comune anche quello per Alice Miller, autrice del libro “L’infanzia rimossa”.
Ciao, Carla
Roberto MaieronNon intervengo nello specifico di nessuno. Sul tema proposto da Antonio devo dire che dal punto di vista pratico posso avere difficoltà relazionali o avere il piacere relazionale con qualsiasi enneatipo. Se infatti penso a qualche Uno, me ne vengono in mente sia alcuni per i quali “a pelle” ho provato da subito una gran simpatia, sia altri con cui, pur riuscendo a entrare in relazione, non ho mai veramente legato. Stessa cosa per tutti gli enneatipi. Dal punto di vista puramente teorico, quelli che sento più lontani da me sono i Tre, del tutto privi a mio avviso di capacità di introspezione. Ma forse questa mia constatazione è dettata anche dall’invidia. Mi spiego con un esempio: ho un allievo Tre, infatti, che dei temi legati all’autoconoscenza che ogni tanto posso toccare non prova alcun interesse. Anzi, a volte sembra quasi infastidito. Per lui le cose sono da affrontare man mano che si presentano senza farsi tante seghe mentali. Mi piace molto questo suo atteggiamento. Lo vedo come una manifestazione per me sana. E quindi anche se mentalmente penso che questo comportamento in lui sia patologico, tipico del suo enneatipo, dal mio punto di vista mi sembra quello più sano e più a posto di tutti. E quando apre bocca sono realmente affascinato da COME dice le cose.
Antonio BarbatoQuante cose veramente interessanti nei messaggi precedenti! Un po’ forse fuori tema, tranne l’intervento di Roberto, ma veramente interessanti e ricchi di spunti. Sia la teoria di Bowlby che le opere della Miller sono state fra le varie fonti, alle quali ho attinto per giungere a definire e formulare le varie Ferite Originarie. E’interessante che quasi ogni autore pone l’accento su un aspetto della realtà che integra ed arricchisce quello degli altri, come succede anche in questa discussione. Tornando al tema faccio notare, ovviamente, che le persone che si sono espresse non hanno tenuto conto dei livelli di integrazione e che, quindi, la loro visione va probabilmente alle manifestazioni medie del tipo o, peggio, vanno riferite a qualcuno che hanno conosciuto e che non gli era simpatico. In ogni caso alcuni commentatori hanno, giustamente, parlato di “atteggiamento di razzismo verso alcuni tipi” per indicare il fatto che alcuni sono decisamente meno apprezzati di altri. Mi ha fatto sorridere lo stupore di Raffaella sull’apprezzamento verso i Nove. Persone così disponibili sono sempre accettate meglio di coloro che cercano di imporre la loro volontà. Non a caso il premio del compagno di classe ideale veniva sempre vinto da persone che appartenevano al Nove. Ora chiudo questo intervento e ne faccio un altro, indicando come gli uomini vedono le donne dei vari tipi (qui saranno botte).
Antonio BarbatoAllora..hic sunt leones……i maschi che hanno risposto hanno indicato nelle femmine del tipo Cinque quelle meno gradite, seguite quasi a pari merito dalle Sei e dalle Quattro. Poco distanti anche le Otto, forse a causa della loro forza, mentre nettamente distanziate erano le Tre e le Uno. Chiudevano la lista le Sette, le Due e le Nove quasi a pari merito. Voglio proprio vedere cosa scriveranno tutte le Quattro del forum su questa sgradevole classifica!!
Utente Ospiteio capisco che nella mentalità maschile la cosa è più o meno così: le 5 sono fredde e distanti, le sei e le quattro rompic…, le 8 aggressive, le 3 e le 1 efficienti, il che è abbastanza comodo, le 7 gradevoli e divertenti come compagne di giochi, le due femminili, sedutttive e nutrienti,le 9 accomodanti e poco conflittuali. Che c’è di meglio per un maschio? Comunque pur essendo donna 4 adducendo le ragioni coprendo e mi sembrano tutto sommato preferenze giuste.
Marina PieriniNemmeno io sono molto sorpresa da questa classifica, anche se ho osservato che alcune tipologie maschili si sentono spesso attratte da tipologie emozionali tra le quali più frequentemente vi sono i 4 vergogna ed i 2. Mi chiedo se a questo test ha partecipato una quantità eterogenea di enneatipi o se i voti sono stati espressi da qualche tipologia in “maggioranza” rispetto alle altre. Sicuramente i 4 sono tra i tipi più complessi e diciamolo, se poco integrati, molto scassasassi 🙂 🙂 😀
Eleonoraanche a me non meraviglia il risultato della classifica maschile, era quasi scontata. per quanto mi riguarda e secondo la mia esperienza, trovo ridicole le smorfie e le moine di alcune donne DUE, irritante l’atteggiarsi inamidato dei TRE (femmine e maschi), irritante trovo anche la lentezza e l’ottusaggine dei NOVE (maschi, soprattutto). Comunico immediatamente con i QUATTRO coi quali nascono facilmente relazioni profonde. con i SEI stabilisco relazioni quasi sempre “seriose” e di reciproco rispetto.
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