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Quale è il fine di imparare l’Ennegramma dei Tipi Caratteriali??

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Questo argomento contiene 48 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #722 Risposta

    Antonio Barbato

    Boccheggio come credo voi tutti nella calura estiva che non lascia tregua e, scrivendo alcune parti del secondo capitolo del libro che dovrebbe uscire l’anno prossimo, mi sono accorto che ci sono molte idee confuse, anche fra gli autori, sul significato e sull’uso dell’EDT. So bene che il tema può apparire ovvio, perfino scontato, a molti di voi, ma vi assicuro che così non è e che, anzi, solo avendo ben chiaro perché conviene imparare l’EDT se ne possono ricavare i migliori vantaggi a livello personale. Mi piacerebbe molto che su questo argomento la discussione fosse veramente vibrante e mi auguro che il caldo non la riduca a poche battute fra voci solitarie.

    #6774 Risposta

    Carla

    Secondo me, l’EDT è uno specchio in cui possiamo finalmente vedere dall’esterno i nostri “lati oscuri”, quelli che spesso gli altri vedono benissimo, ma che noi non riusciamo a vedere. Oltre ad avere questo valore inestimabile di auto-conoscenza, è anche uno strumento che ci aiuta a comprendere meglio gli altri, ad essere più tolleranti e meno giudicanti nei loro confronti.
    Se lo si guarda in positivo e non solo dal lato delle mancanze, l’EDT ci permette di vedere ed apprezzare meglio anche i “punti forti”, cioè i talenti e le abilità che possiamo avere noi e le persone che ci circondano. Secondo me quello dell’EDT non è un sapere solo teorico, ma è un vero cambiamento del punto di vista, che ci permette anche di organizzare le nostre azioni nel mondo in modo diverso da come abbiamo sempre fatto, lavorando attivamente sulle nostre dinamiche comportamentali.

    #6775 Risposta

    un atomo

    Io non credo che basti avere una conoscenza di alcun tipo per operare un vero cambiamento. a volte succede con esperienze molto traumatiche che possono dare un effetto ‘illuminazione’, ma spesso anche in quei casi, quasi come per un effetto elastico, l’ego torna a riequilibrarsi sui vecchi schemi comportamentali. Avere una maggiore consapevolezza o acquisire sapere è una cosa bella solo per il fatto che è un piacere della mente.

    #6776 Risposta

    Marina Pierini

    Io credo che modificare i propri comportamenti eccessivi, sbilanciati e talvolta insani sia possibile. Il bello dell’enneagramma così come di qualunque altro metodo è che possiamo percorrere una strada che ci aiuta innanzitutto a capire cosa accade e perchè. Ovviamente il sapere cognitivo non basta. Occorre desiderare di portare a compimento questa esperienza attraverso gli altri due centri e cioè quello fisico e quello emozionale. A me l’enneagramma ha dato tantissimo. Non è bastato da solo, perchè come accennavo, in alcuni momenti ho dovuto sospendere ciò che la mente conosce, per consentire alle altre due parti in gioco di scendere in campo, per così dire, e modificare percorsi abituali e non corretti. A volte ho avuto paura a volte no, a volte mi sono sentita in imbarazzo con me stessa, a volte no. Non credo di aver vissuto miracolosi cambiamenti, eppure, spostarsi da un pantano e vivere in una dimensione più sana ha di per sè qualcosa di miracoloso. Lo scopo di questo viaggio dunque, per me, è stato quello di trovare una inattesa serenità, forse priva di quei picchi emozionali così violenti di cui tanto credevo di aver bisogno per sentirmi viva, che tanto gustavo e mi caratterizzavano, eppure non sono oggi mai priva di emozioni vere e profonde. Insomma è difficile spiegare ma la maggiore serenità e conoscenza delle “false” emozioni, mi consente di contattare sentimenti, stati interiori, che prima le emozioni violente di superfice mi tenevano lontani…e vedo con più chiarezza chi sono, dove sono e dove desidero andare.

    #6777 Risposta

    un atomo

    Marina…ma questa maggiore serenità, quest’equilibrio interiore è la conseguenza diretta della conoscenza dell’enneagramma? Non potrebbe avere a che vedere con il fatto che in pochi anni sono avvenuti cambiamenti concreti molto importanti e positivi? E’ vero che per far succedere le cose bisogna essere pronti ad accoglierle però non so se questo basti. Non mi voglio molto dilungare, non credo ce ne sia bisogno. Se come tu dici basta capire per essere migliori e vivere una vita migliore, sono contenta perchè mi sembra un grande messaggio di speranza. Vuol dire che attorno può esserci molto poco, ma che questo non conta. O per lo meno non conta poi così tanto, che è quello che voglio sempre pensare,ma che a volte mi sembra così difficile e scoraggiante.

    #6778 Risposta

    Marina Pierini

    Tecla, non penso di aver scritto quello che tu dici. Io ho inteso dire che l’enneagramma è stato uno strumento che mi ha aiutata a fare chiarezza dentro di me, nell’interpretare cosa e come ero diventata. Poi ho dovuto attivarmi fisicamente e poi ad un livello emozionale molto profondo per riuscire a modificare alcune “tracce” alcuni perimetri….non saprei come spiegare. Faccio un esempio: l’enneagramma è una carta geografica grazie alla quale ho acquisito una visione di insieme sulla mia vita ma anche sul percorso di chi mi stava attorno. Dunque ho capito a livello cognitivo dove ero. A quel punto ho dovuto ragionare (quindi sempre con il cervello) per capire quale percorso dovevo fare per uscire dal posto sulla cartina geografica dove c’era la freccetta rossa “tu sei qui”. Poi ho dovuto ragionare su quale percorso NON fare per non trovarmi di nuovo punto e a capo. Ho studiato un progetto di percorso, una nuova possibile direzione. Questo da solo non avrebbe certo cambiato una mazda 🙂 mi avrebbe solo fornito l’illusione di avere in mano la mia vita senza aver fatto un solo passo via da lì. Ho dovuto “volere” camminare. Poi ho dovuto “muovermi” e mettere un piede dopo l’altro, sbagliare tornare indietro, trovare percorsi possibili e non ideali. Ho insegnato al mio corpo nuove cose ed ho insegnato al mio cuore nuove emozioni. Il sapere non serve se non lavori su tutto. Certo ci sono parti di me molto frammentate e sofferenti ma sento di aver ricomposto alcuni frammenti importanti e questo mi ha dato una serenità che non credo di simulare o di vivere illusoriamente. QUESTO è il vantaggio che ho ottenuto attraverso l’uso di una carta geografica che altrimenti, se non vuoi viaggiare, è solo una carta appallottolata nelle nostre mani. Nulla è difficile se noi vogliamo. Ma ho imparato a mie spese che il 4 desidera desiderare. Che poi si perde nella nebbia del disorientamento, della frustrazione, dell’insoddisfazione ed ho riconosciuto in questo me stessa. Dunque il modo migliore per me di viaggiare è stato progettare mete vicinissime e non viaggi sulla luna. Solo senza guardare oltre tre passi, ho potuto finalmente uscire da una certa immobilità e vivere maggiormente il “qui ed ora”.

    #6779 Risposta

    Carla Basagni

    ….e infatti, per il Quattro, si tratta proprio di uscire da questa insana immobilità, da questo “pantano”, come altrimenti lo hai definito, Marina, e di coltivare un po’ più di attività. Questo riduce la parte di fantasticherie sradicate dalla realtà in cui altrimenti se ne va la maggior parte delle giornate…Come dice Atomo, si ha l’impressione che intorno a noi ci sia poco, pochissimo a cui aggrapparci, ma siamo noi che dobbiamo creare il nostro nuovo spazio di vita, la nostra nuova vita, non stare semplicemente lì ad aspettare e a sottolineare tutte le mancanze della nostra esistenza.
    Sono d’accordo che non basta il solo saoere cognitivo per iniziare a lavorare su di sè. Occorre innanzitutto essere talmente infelici nella propria condizione/prigione da desiderare con tutte le forze “uscire” o perlomeno allentare la morsa della propria infelicità. E’ vero che spesso è un evento traumatico grave a far iniziare questo percorso, ad esempio una malattia, un lutto, un brutto incidente (anche io ho iniziato così) e non con la semplice conoscenza dell’Enneagramma.Ma spesso chi è veramente motivato ad uscire dai suoi soliti schemi, inizia una Ricerca interiore, perchè si trova in una condizione di tale smarrimento che sente di doverla intraprendere: non ci sono più cooordinate nè punti di riferimento, non si capisce più il mondo attorno a noi e tanto meno noi stessi o quello che sembra “succederci dall’esterno”. Proprio a questo punto, possiamo imbatterci in una sapere che prima era solo “libresco” e sentire che invece là troviamo qualcosa che può farci bene, un balsamo per le nostre ferite e alcuni suggerimenti per iniziare a reagire in modo diverso dal solito…

    #6780 Risposta

    un atomo

    sì, scusa per questione di brevità ho semplificato un pò troppo il mio discorso fino a farlo diventare semplicistico. Comunque, ho capito molto meglio cosa intendevi e ti ringrazio per il chiarimento. Anche perchè ha dato il via a una serie di riflessioni personali che avevo anche scritto qui ma poi ho cancellato perchè mi sono resa conto che ti ponevo delle domande e dopo un pò mi venivano le risposte e insomma il tutto era un pò troppo contorto e schifosamente emotivo :-). Credo che rileggerò invece la tua risposta più volte perchè penso sia più utile così. Grazie.

    #6781 Risposta

    Carla

    Va bene, ma continuiamo anche a scrivere qualcosa di più sul tema del cambiamento, lo so che è difficile, ma credo che ne valga la pena.
    Ciao, Carla

    #6782 Risposta

    Utente Ospite

    Cara Carla…per me il fattore bebè è determinante purtroppo. L’altro post l’ho scritto alle 5 e mezza del mattino!!! Mi assorbe così tanto in un modo o nell’altro che non si riesce facilmente a scrivere qualcosa. Avrei tanto da raccontare anche sull’aiuto che l’enneagramma mi ha dato in questa mia seconda maternità che arriva a distanza di 20 anni tondi dalla prima e dunque mi vede “nuova” rispetto a molte cose. Vedrò di fare una capatina alle prossime ore piccole! Però potresti anche tu raccontarci qualcosa …dai ….qualcosa che ti ha così colpita dell’edt da averci lavorato con convinzione! baci a ttutti!

    #6783 Risposta

    Marina Pierini

    ops…ero io!

    #6784 Risposta

    Carla

    Cara Marina, capisco benissimo il fattore bebè, anzi mi sorprendo che tu, in questa fase, possa scrivere qualcosa sul forum! Sto pensando all’invito che mi hai rivolto di scrivere qualcosa che mi ha colpita dall’Enneagramma, vedremo, non è semplice nemmeno per me trovare un momento di vero raccoglimento. Comunque vorrei dire che, nel mio desiderio di cambiamento interiore, ho incontrato diversi “saperi”, alcune persone che mi hanno aiutato a capire alcune cose di me stessa a livello profondo e, quasi alla fine di questo percorso, sono venuta a conoscenza dell’Enneagramma, che mi ha colpita per la precisione del suo messaggio e per i suggerimenti pratici di cambiamento ma, ripeto,per me è stato come vedermi in uno specchio…a cose fatte, quando ormai ero uscita dalla mia condizione di “sbandamento” più difficile ed avevo cominciato da tempo a “riemergere”…Ci sentiamo prossimamente..ora devo andare. A presto

    #6785 Risposta

    Carla

    ….Aggiungo ora qualcosa su questo interessante tema. Più che di “cambiamento”, secondo me è più appropriato parlare di “riequilibrio”. Sappiamo infatti che non possiamo uscire dalla nostra “struttura” di personalità e mi viene da dire anche …. purtroppo, perchè sono molti i limiti con i quali mi sono trovata a combattere nella mia (il Quattro Sociale): la carenza di autostima, l’eccessiva modestia, il fatto di tirarsi sempre indietro, non proporsi, non considerarsi all’altezza, etc. e, con quest’atteggiamento, mi sono attirata un bel numero di esperienze non proprio gradevoli…Comunque, nella mia vita ho avuto una “caduta agli inferi”, in cui tutti i miei nodi “sono venuti al pettine” e, da lì, è venuta finalmente la necessità di vedere davvero cosa avessi dentro e contattare queste parti “miserevoli” che avevo dentro di me e che uscivano sempre fuori, senza che io me ne rendessi conto. Ora, che finalmente sono riuscita a vederle e a rielaborarle, sono diventata madre adottiva di un bimbo che, per la drammatica esperienza di abbandono che ha subito, si considera “brutto”, “non all’altezza degli altri” e, andando al fondo della questione, “indegno d’amore”….niente avviene per caso….

    #6786 Risposta

    un atomo

    va bene ragazzi …..io sono di coccio….nonostante tantissimi cambiamenti avvenuti nella mia vita il substrato è sempre lo stesso. Posso gestirmi un pò meglio,sicuramente essere più consapevole…ma le risposte viscerali, le sensibilità profonde, i modelli, i meccanismi mi sembrano sempre quelli. Forse sono un pò troppo pessimista, forse sono più realista del re, forse inseguo modelli di perfezione idealizzata, forse non riesco ad apprezzare i miei sforzi, forse sono troppo stupida o ottusa per cambiare davvero…Forse tutte queste cose… a volte ci sono anche cambiamenti appariscenti ma non reali nell’intimo, spesso ci sono solo comportamenti più opportuni e adeguati, ma la sostanza del sentire trova solo nuove forme espressive, apparentemente più adattive, ma forse solo più ipocrite. Mha! A me così sembra…e la cosa più curiosa e che nonostante questa convinzione ritengo di dovermi sempre ‘sforzare’ ai massimi livelli di compressione in tutto..nel bene e nel male. Bho? La natura umana è proprio strana….

    #6787 Risposta

    Marina Pierini

    Io non credo, Atomo, che vivere la possibilità di dimensioni interiori più equilibrate o vogliamo dire moderate, o nuove(?) abbia a che fare con l’ipocrisia. Vedo che è quello che tu pensi, mi chiedo tuttavia come mai lo pensi con così tanta convinzione e non sei disposta a cogliere l’occasione per aprirti ad un dubbio. Uso questo spunto perchè mi viene in mente che in effetti il passo più duro e proprio “robusto” da dover fare, per me, è stato farmi venire il dubbio di avere torto. In fondo se non fossimo innamorati di noi stessi, bitorzoluti e gobbi, modificare certi comportamenti egoici sarebbe facilissimo. Il dubbio, in qualche modo mi ha permesso di incrinare quell’amorevole cura con la quale mi sentivo legata ed affezionata al mio mondo interiore così come me lo portavo sulle spalle, senza immaginare per me stessa nessuna altra risposta “creativa”. Dunque la creatività in qualche modo è stata la vera conquista. Perchè il dubbio apre spazi sempre più ampi in cui le novità possono lasciar spazio alla fiducia. In qualunque cosa la si voglia riporre, non fosse altro che in sè stessi e non nei nostri “verticali” convincimenti. Io ho sentito ad un certo punto di meritare altro. Di volerlo. Ero stanca delle mie note e confortevoli certezze. Ecco che l’enneagramma in qualche modo mi ha potuta confortare e confermare che quelle certezze stranamente combaciavano con certi schemi prevedibili, che non avevano nulla di creativo o originale. E’ proprio vero che quello che noi percepiamo negli altri, è qualcosa di noi stessi. Infatti le tue parole mi hanno immediatamente riportato alla mente sensazioni, ragionamenti, periodi di riflessione che quasi avevo dimenticato eppure sono stati così importanti per accogliere ciò che di nuovo poteva arrivare. Per questo ti dicevo che non basta leggere la “mappa” ed affidarsi allo strumento solo in maniera cognitiva, ma per verificare su noi stessi qualcosa di nuovo lo si deve volere emotivamente e poi fare, bisogna agire con tutti e tre i centri assieme. carla poi mi hai commossa parlando del tuo bambino in questo momento certi argomenti mi toccano più del solito. Sono sicura che riuscirai con amore a non rafforzare le sue fragilità ma anzi, a dargli la profonda convinzione che qualcuno lo ama davvero e che questo è possibile e che lui è una creatura meravigliosa che lo merita. Un bacione fortissimo.

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