HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Quanti enneagrammi, pizzuto D’Artagnan???
Questo argomento contiene 65 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Chiara 13 anni, 2 mesi fa.
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Marina PieriniVedi LoSveglio, io ho capito perfettamente quanto dici, lo condivido, e lo trovo utilissimo. Il punto è che spesso la richiesta di uno studente è quella di avere un testo pilota, una scheda un qualcosa che lo sollevi dalla fatica di scrivere egli stesso. Io non concordo con l’abitudine di non prendere mai appunti, proprio per i motivi che tu hai molto chiaramente spiegato. Sono sicura che quando Antonio ci spiega l’enneagramma lo fa in maniera così completa ed efficace che tutti noi comprendiamo “tanto quanto” la nostra capacità del momento ce lo permette. Tuttavia se non ci preoccupiamo di scrivere nulla, quello che in quel dato momento non riusciamo a “contenere” sarà perduto, come tu affermi. Si tratta quindi di come affrontare il problema. Se io non ho alcun testo, sono costretta durante tutta la lezione a mantenere il mio livello di attenzione molto alto. Se lo ritengo prudente, prendo appunti da rileggere in futuro, e non ti nego che ripercorrere cose che a me sembravano già chiare, in più di una occasione, è risultato utilissimo e arricchente e mi ha impedito di soggettivizzare troppo il senso di un discorso. Se però io ho un testo qualunque “prima” o durante la lezione, e qualcosa mi distrae, mi comporterò quasi certamente come si comportano tutti, non ci sarà la paura di perdere informazioni perchè “tanto c’è il libro, o la scheda ecc.” e quindi il livello di attenzione potrebbe spesso scendere al di sotto di una soglia utile e costruttiva. Anche la stessa frequentazione potrebbe scendere sotto livelli accettabili, tanto si recupera sul testo. Se io so di poter leggere degli scritti in qualunque momento insomma, quasi certamente perderò più spesso la mia concentrazione durante la spiegazione e il mio impegno in generale. Il punto dunque è anche questo. Leggere solo, non basta. Vivere fisicamente certe esperienze da sole, non basta. Ci sarà la necessità di equilibrare le due potenzialità per renderle complete e usare un metodo sano e saggio, io lo trovo costruttivo anche se certamente più faticoso. Non avere la polpetta pronta fa una bella differenza!! Chiara Tortorelli qualche giorno fa mi ha ricordato che durante la lezione sulla ferita originaria Antonio ci aveva chiesto di scrivere una testimonianza, che avrebbe preceduto la lezione stessa. Io non l’ho più letta, me n’ero addirittura dimenticata!! Eppure quando lei me lo ha fatto notare abbiamo scoperto di aver scritto inconsapevolmente molte piu’ cose di noi, di quante non riuscivamo a comprendere qualche minuto prima della lezione. Gli appunti vanno presi, ed è uno sforzo tutto nostro, e non solo… vanno riletti e riorganizzati di tanto in tanto perchè sono briciole di pane che molto spesso ci conducono in anfratti mai notati prima, quando lo sforzo era teso ad apprendere il succo e non le sfumature. Ovviamente così come diceva Antonio, non serve conoscere cose che non riusciamo a completare con la conoscenza dell’esperienza ma sai com’e’….un buon metodo a volte ti permette di avere nel sacco proprio quello che serve al momento in cui serve! 🙂
Utente OspiteGuarda, …non sono molto d’accordo. Pensare “vabbè non ascolto Antonio, mi posso concedere il lusso di distrarmi perchè tanto c’è un testo” oppure addirittura “non vado al corso perchè tanto c’è un libro” non è coerente con lo scopo per il quale dovebbe seguirsi un corso del genere. Se Naranjo abitasse a Napoli, ad esempio, anche dopo aver letto tutti i suoi libri, penserei “Cavolo vado in volata a seguire il suo corso”. L’atteggiamento un po’ strafottente che ipotizzi è più caratteristico di soggetti che devono frequentare un corso loro malgrado, per ottenere, dopo un esame, un diplomino che potranno rivendersi all’esterno. Non penso che sia l’atteggiamento di chi ha veramente compreso il valore di quello di cui si parla. E poi a mio parere non si può generalizzare come, tra l’altro, sto facendo io. Ci sarà sempre chi, avvicinandosi al corso, ne trarrà il massimo beneficio e chi non capirà mai a fondo, si distraerà continuamente e magari abbandonerà.
Ma questo accade anche in assenza di testi. Il corso che frequento si è decimato e si è rinnovato in più riprese con nuove persone, ……… fortunatamente è l’unico in cui si è visto questo strano movimento. Ma questo è per dire, anzi chiedere, “siamo sicuri che la presenza di supporti scritti siano così deleteri?”. Io sento soprattutto la mancanza di supporti su quello che dice Antonio. Non sulle classiche nozioni ma sulle vedute di Antonio su certi argomenti. Lì so che tutto quello che viene fuori alle lezioni, anche su domande accidentali, non lo sentirò mai più. Questa è il mio cruccio. Comunque penso che parlarne per iscritto non permetta di cogliere tutte le sfumature del problema. Io, anche se non scrivo altro, sono di quest’avviso. Sia ben chiaro, dei 3.000 enneagrammi di ichazo non me ne frega assolutamente nulla e ne tanto meno sento in me quell’avidità di informazioni di cui parla Antonio nel primo post (A dirti il vero mi sono proprio scocciato di leggere), ma sento che sto perdendo veramente tante belle cose che Antonio dice……..attenzione però…..ho scritto tutto questo ma…può anche essere solo il “mio” problema nel on saper prendere appunti. ciao
Marina PieriniNo in realtà non è solo un tuo problema. La soluzione fino ad un certo punto, potrebbe essere la registrazione su nastro delle sue lezioni. Dico fino ad un certo punto, perch’ dalla ferita in poi Antonio non consente più la egistrazione la divulgazione di certe informazioni. Molti finchè si può lo fanno e nello sbobinare per iscritto o nel riascoltare i nastri sicuramente riguardagnano tutto quello che la mente non ha potuto trattenere. Per quanto riguarda la strafottenza degli studenti..un po’ ti sei risposto da solo un po’ sopravvaluti l’interesse dei partecipanti, che è eterogeneo e vario, un pò sottovaluti le resistenze di ciascuno a ricordare e seguire proprio tutto, un pò dimentichi che la distrazione fa parte del gioco….è uno dei demoni che ci frusta la schiena 🙂 non credi? Comunque mi sembra di capire che siamo sostanzialmente d’accordo….
Utente OspitePenso di si; dalla volta prossima registrerò anche io
Maura Amelia BonannoMi permetto un ingresso anche se la discussione verte sulle lezioni di Antonio. Per la prima volta da quando mi capita di parlare di enneagramma davanti a un gruppo di persone, durante la formazione dell’Ass.I.S.E ho dato il permeso di registrare. E’ una cosa che va Contro ciò che io sento vero e giusto, ma ho accettato perchè lì sembrava “normale” e non volevo fare la diversa. Purtroppo, anche dopo un paio di sgradevoli avvenimenti accaduti durante i miei seminari extra Ass.I.S.E. legati appunto alla registrazione e al manuale che ho preparato e con cui lavoro, ho deciso che non accetterò più registrazioni, nè al di fuori dell’Ass.I.S.E, nè dentro. A quel punto è successo che ho scoperto lo scorso fine settimana che ben due persone mi stavano registrando di nascosto e vi risparmio le reazioni da bambini con il braccio nella marmellata, a dir poco comiche. In realtà c’è poco di comico, ma un’ottima posibilità di chiedersi perché VERAMENTE si ha bisogno di registrare. Io credo nellla registrazione coatta e nel timore di non prendere abbastanza appunti ci sia una profonda azione della paura di sopravvivenza, timore di non arraffare tutto quello che c’è da arraffare compreso anche quello che la nostra consapevolezza in quel momento comunque non potrebbe neppure trattenere. ve lo dice una che fino a 5-6 anni fa voleva registrare tutto e che a un certo punto ha visto in questo atteggiamento una coazione. Forse non è il caso vostro, ma voglio comunque dire che è possibilie dare fiducia a ciò che possiamo ricevere e contenere, al fatto che riceveremo ciò che possiamo contenere e non di più. Seguire dei corsi di enneagramma per crescere e migliorare non è come seguire lezioni di grammatica o di cucina, sono informazioni che a dio piacendo lasciano un segno nell’anima e ci trasformano (Anche una buona pasta al pesto lo fa, ma a un altro livello). Come il punto Sette del nostro amato enneagramma ci insegna, non siamo noi nel nostro piccolo ego affamato a decidere come trasformarci. E se c’è qualcuno che vuole più informazioni per diventare insegnante, esistono degli ottimi manuali e libri e il resto lo fa l’esperienza. Grazie. Maura
Roberto MaieronIo non sono una persona che registra nè ho mai pensato che annotare anche i respiri di quello che dice il conduttore di un corso possa essere indispensabile. A volte ho chiesto ad altri partecipanti di corsi dei loro appunti (anche se quasi mai li ho ricevuti), ma non ho mai patito la mancanza di informazioni, nè sono andato alla loro caccia in modo spasmodico. Tuttavia, non comprendo nè comprendero’ mai perchè alcuni conduttori non vogliono essere registrati in quello che dicono. Sono convinto che tutto quello che dicono è rivolto a qualcuno e che quindi può essere trattenuto da chi ascolta. Nel momento in cui esce qualcosa dalla bocca di qualcuno non gli appartiene più. Vorrei che qualcuno mi desse una qualche spiegazione. Roberto
Marina PieriniUna delle tante potrebbe essere economica? Voglio dire, se io svolgo un lavoro che consiste nel tenere seminari, conferenze, lezioni di qualcosa e così via, e guadagno solo nel momento in cui c’è la partecipazione delle persone, se acconsento a registrare sempre tutte le lezioni, col tempo molti potrebbero ritenere più pratico farsi passare cassette che non venire da me. Io credo che il lavoro di tutti, vada rispettato, è giusto prendere appunti, non è un dramma acconsentire alla registrazione di alcune lezioni, ma permetterlo a 360° condanna alla disoccupazione 🙂 del resto forse è per questo che chi ha cose da dire, prima o poi scrive libri, saggi, e così via. Tu cosa proveresti Roberto se qualcuno si portasse via i frutti del tuo lavoro senza pagarti quello che meriti? Anche una registrazione di una tua lezione è pur sempre il frutto di un tuo sforzo e del tuo lavoro di conoscenza, studio e preparazione e il lavoro va ricompensato. Se poi vogliamo polemizzare, possiamo anche soffermarci sul “giusto” valore. Molti corsi sono onerosissimi e non sempre valgono veramente il lavoro e lo sforzo di chi li organizza e porta avanti, ma questo credo, è un’altro discorso. Baci a tutti.
AnkaaL’economia monetaria e il possesso non c’entrano nulla. Sarà il punto cinque che mi fa rispettare in maniera forse esagerata la Conoscenza. Che come appunto il punto cinque ci insegna non ha valore monetario e non appartiene a nessuna “persona”.
Il contenuto che un insegnate trasmette, quando veramente sta trasmettendo qualcosa, non è già suo molto molto prima che esca dalla sua bocca. E se non sta trasmettendo qualcosa perché sta solo scimmiottando roba letta qua e là, non è suo comunque.
Se certi insegnamenti sono nati come “orali”, non è perché non esisteva la scrittura, ma perché ciò che erano/sono destinati a trasmettere non passa attraverso una lettura o uno studio ordinari. Nell’enneagramma delle personalità c’è una parte più moderna che certamente prevede anche uno studio cognitivo, ma molta parte del simbolo e di ciò che vuole trasmettere non passa attraverso il canale cognitivo. Ma noi dobbiamo globalizzare anche la Conoscenza e ridurre tutto alla dimensione materiale e trovare spiegazioni che mettano a tacere giudizi e paure e senza che ce ne rendiamo conto, si chiudono proprio quei canali che farebbero comprendere. M.
Utente Ospite/Lo sveglioPerchè sono insegnamenti che si sono tramandati solo oralmente?
Maura AnkaaLa mia opinione in risposta alla tua domanda la ho già scritta nel post del 26 gennaio, ma provo a ripeterla con altre parole:
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Tutte le tradizioni mistiche e spirituali affermano che uomo può assimilare solo la Conoscenza che gli consente il suo livello d’essere e di coscienza. Non può acquisire Conoscenza di un livello superiore al proprio essere, perché non è in grado di recepirla né di comprenderla. La Conoscenza è esperienziale.
M.
Maura Ankaaops, nel post precedente manca la fetta centrale eccola: <>
Utente Ospite/Lo sveglioSono pienamente d’accordo con te e quando dico pienamente eleva all’ennesima potenza il significato comunemente dato all’avverbio “pienamente”. Marco poteva tornare all’albero tutte le volte che voleva. La sua coscienza e il suo livello dell’essere inizialmente non gli permettevano di vederlo ma l’albero era sempre lì fermo ad aspettarlo. Ogni volta che incontrava l’albero Marco “leggeva l’albero” a livelli diversi…..e superiori, conformi alla sua crescita dell’essere e alla sua crescita di coscienza. Dall’ultima volta a Firenze ti assicuro che il mio livello d’essere e di coscienza sono cresciuti……..Posso tornare da te, albero, per farmi rispiegare l’ultima lezione? per cercare di ascoltare la linfa che scorre nelle tue parole? L’ultima volta ho visto solo la bellezza della chioma!!! Tu o chiunque altro non siete come l’albero, non siete sempre lì. Pronti per essere reinterpretati come faceva Marco. Le tue parole a Firenze sono state bellissime e, parlo per me, Valentina e Massimo, ci hanno dato veramente molto. Ma se io, che non ho preso appunti e non ho registrato, se io veramente fossi cresciuto (prima era solo una provocazione) avrei oggi l’occasione di “rileggere le tue parole”? No! Questo è il punto. Se il mondo moderno, che tanto ci ha tolto, ci offre anche qualcosa come un bel registratore o addirittura una telecamera, perchè non usarli? Apro una parentesi (per modo di dire). In tutti i libri sufi viene detto che l’esperienza è insostituibile e che i libri sono come le cipolle disidratate. Se non fai esperienza non saprai mai com’è il sapore della cipolla vera. Ma a questo punto mi viene un’altra domanda. Ma quello che voi ci insegnate è esperienza? O sono nozioni? O è una via di mezzo? Perchè nel primo caso parliamo dell’albero e di Marco ma nel caso in cui si tratti solo di informazioni (in senso lato), il problema non esiste se affrontato con gli occhi di Marco. Visto in quest’ottica quello che noi traiamo sono solo cipolle disidratate. Cipolle che ci serviranno a capire, se già le abbiamo mangiate, tra i tanti cibi quali erano le cipolle, se non le abbiamo già assaggiate, ci serviranno per riconoscere le vere cipolle. Ma se è così non dovrebbe esserci alcun problema nel diffondere una registrazione o degli appunti minuziosamente presi.
Utente Ospite/Lo sveglioIl problema ha risvolti del tutto diversi se lo si affronta dal punto di vista di Marina. Lo sporco denaro………….che però spesso serve per vivere. E si aprirebbe un mondo sul cosa si intende per “vivere”. Ma la problematica va inevitabilmente trattata anche da quest’ottica……..
Partendo dal presupposto che le cose di cui parliamo dovrebbero essere patrimonio dell’umanità come l’aria che respiriamo, assodato che una bella fetta dell’umanità non ne è a conoscenza (stiamo parlando di enneagramma delle personalità), assodato che una fetta di questa fetta cerca “qualcosa” in tal senso ma non sa neanche cosa, assodato tutto questo, questo mercato (che è fatto di uomini) è caratterizzato da ciò che in economia si chiama “asimmetria informativa”. Ossia la “domanda di mercato” cerca ma non sa dove cercare, ed in questo caso neanche cosa cercare, l'”offerta” non sa dove cercare e come cercare chi vuole questo comprare “prodotto”. In questa situazione, tra domanda e offerta reali che si cercano e non si vedono, c’è chi si frappone in buona e chi in malefede creando quelle situazioni, come diceva Marina, dove corsi onerosissimi non sempre valgono veramente il lavoro e lo sforzo di chi li organizza e li porta avanti. Ma il problema è cercare di creare chiarezza per “il mercato” altrimenti queste situazioni si alimenteranno creando distorsioni non solo di tipo economico ma soprattutto di risultato. Come dice Maura molte delle cose che si dicono non sono nostre ed è così ma se ci sono cose nostre ossia nozioni, strumenti, analisi delle personalità approcci a problematiche o qualsiasi altra cosa che ha dentro di se il lavoro, l’esperienza ed il “sangue” di colui ha “inventato” questa cosa, al giorno d’oggi, “colui”che ha inventato deve tutelare quella cosa al più presto perchè il mondo o meglio il mercato è infame. Nel momento in cui quella cosa è scritta e tutelata il problema non sussiste più. E per rispondere a Marina,…….se ci saranno persone che pensano di poter acquisire di più da un libro che dalla frequenza il danno sarà solo per loro e non per chi ha “lavorato”.
La questione è a parer mio decidere con che grado di elasticità gestire il sistema ma il grado di l’elasticità deciso, deve essere applicato a chi insegna e a chi riceve o, comunque va messo in chiaro prima dell’inizio del tutto e non durante. Tutte queste considerazioni sono il frutto delle informazioni a mia disposizione e, per riprendere le parole di Maura, del mio attuale livello di coscienza dell’essere. Non me ne vogliate quindi se per disattenzione ho tralasciato o mal valutato qualcosa. Cordiali Saluti Maurizio Scotto di Santolo. Ossequi alla Signora.
Maura AnkaaE’ vero, per correttezza avrei dovuto dire subito quello che pensavo riguardo alle registrazioni. Come ho scritto qualche giorno fa, mi sono lasciata trascinare da un’attitudine che sembrava “normale”. Non me ne vanto, ma così è. Ammetto di non essere democratica e che mi piacerebbe lasciar registrare solo chi voglio io. Che in genere non è interessato a farlo. Forse il mio è solo un atto reattivo a qualcosa che è accaduto, ma più scrivo di questa cosa e più mi sembra che il punto non sia il registratore.
Riguardo all’utilizzare gli strumenti della tecnologia per avere la possibilità di ritornare all’albero durante la nostra spiralica ascesa…beh, da un punto di vista pratico, nulla in contrario, adoro la tecnologia, ma davvero siamo sicuri che sta proprio in ciò la nostra opportunità di crescita? E’ un argomento interessante che tocca tante dimensioni. La comprensione, l’apprendimento e il miglioramento dipendono da me o dal fatto che comunque devono accadere? Certe informazioni mi arrivano perché me le cerco o perché mi sono destinate? Io penso che se c’è una intenzione all’evoluzione e se quell’informazione di cui c’è specificatamente bisogno era proprio in quella lezione che non ho registrato o in quel libro che pur essendo nella mia libreria non ho letto, mi arriverà da un altro canale quando è il momento. Forse ai vostri occhi sono fatalista, dal mio punto di vista è un atto di fiducia totale nell’evoluzione della coscienza.
Riguardo al fare la differenza fra ciò che è insegnato come ripetizione di qualcosa letto o ascoltato da qualche parte e ciò che è trasmesso come passaggio di una conoscenza esperienziale, beh, il mio modo per discriminare è che il primo mi lascia come mi trova e il secondo mi lascia un segno. Baci. M
Marina PieriniDomandina: se il sapere non appartiene a nessuno, come mai gli insegnanti vengono stipendiati? Maura scusa, ma io non condivido troppo quanto dici sulla diffusione del sapere se poi non ricordi che la realtà ci fa fare i conti con lanecessità. Il denaro non è nè sporco nè vile, è uno strumento …e NOIci insozziamo per esso è solo perchè abbiamo scelto di privilegiare il dio d’oro anzichè altro. NOI lo rendiamo sporco e vile se lasciamo che esso diventi il nostro unico dio. Sono certa che quando tu fai corsi ti fai pagare. Quando chiunque di noi svolge una qualunque attività lavorativa, si aspetta un compenso, non c’e’ nulla di orribile in questo, è la nostra realtà. Tra l’altro, a me la conoscenza ha insegnato una sola cosa, che essa non è altro che illusione che vela lanostra infinita e inesauribile ignoranza. Non c’e’ conoscenza che possa colmare l’ignoranza. Solo la volontà personale dell’uomo di non avvizzire e di imparare, quella strana energia dell’anima che spinge qualcuno a voler andare oltre,conta veramente. Qualunque obiettivo raggiunto, altro non è che ignoranza. Certo ci vuole correttezza, Losveglio, sono d’accordo, certo noi paghiamo allo scopo di appagare quella strana fame profonda che ci rende inquieti, certo il mondo è infame, certo la conoscenza è un diritto di tutti, ma chi di noi si rende veicolo di produzione, diffusione, elaborazione rende un servizio alla comunità che va ricompensato. Cosa c’e’ di male in questo? Non trovo che la conoscenza come merce chiuda canali, forse ho compreso male il senso di quanto dici. Eppure dopo tre anni di corso che antonio fa pagare una somma dignitosa e accessibile ai suoi studenti, non sento che mi sia stata preclusa una buona conoscenza dell’enneagramma solo perchè l’ho pagato. Anzi. Il doverlo pagare mi ha dato la sensazione dell’impegno e della costanza e dell’attenzione che era necessario mantenere se volevo arrivare fino in fondo. Sono sicura di aver fatto un intervento molto parziale perchè ho letto sommariamente i vostri interventi e di questo mi scuso…ma ho avuto la sensazione superficiale che si dia troppa importanza al denaro, che lo si faccia diventare quello che non è, omettendo il suo reale valore. Io non ho tabù per il denaro, per me è uno strumento e come tale va considerato. Senza demonizzazioni e senza Idolatrie….un bacione e scusate se sono stata molto superficiale nel rispondervi!
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