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Quanti enneagrammi, pizzuto D’Artagnan???

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Questo argomento contiene 65 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Chiara 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #5367 Risposta

    un atomo

    sì capisco cosa dici, ma lo zen non è per niente un sperienza da eremita tutt’altro. Lo Zen è essere completamente nel flusso della vita, è un mezzo per “svegliarci” a noi stessi, “qui e ora”, nella perfezione dell’istante. In fin dei conti si sposa con i concetti profondi dell’eneagramma. Ed è perchè sento questa connessione profonda, com se l’una completasse l’altro, come se l’enneagramma, almeno quello che si occupa della personalità ci desse una conoscenza, ma la via del tao dona una comprensione più profonda , si avvicina all’essenza del sè e della vita. E’ per queste ragioni che ne ho scritto e naturalmente è ovvio che ognuno ha una propria strada, solo è bello a volte condividere e confrontarsi, nel pieno rispetto e direi curiosità del viaggio dell’altro. 🙂 Penso che altre persone che hanno studiato l’enneagramma hanno integrato questa conoscenza con altre pratiche e discipline, il mio desiderio sarebbe che portassero la loro esperienza ben consapevole che certi stati non si possono spiegare ma si debbano solo esperire. Baci.

    #5368 Risposta

    Marina Pierini

    Si, il motivo per cui l’enneagramma funziona in molteplici realtà è che indipendentemente dalle scelte spirituali, dalle nostre esperienze o inclinazioni questa psicosofia ha la facoltà di raggiungerci in maniera convincente e sposarsi ad altre esperienze complementari. Insomma l’enneagramma apre le possibilità e non le circoscrive. Sto leggendo alcuni libri in cui si confrontano parabole zen, sufi e cristiane. Va bene i sufi, va bene i cristiani anche se non tutto mi sembra vicino al mio modo d credere, ma……non ce la faccio le storie zen mi sembrano assurde….la mia mente non è incline alla comprensione di questo tipo di approccio alla vita….e spesso prendo in giro Antonio perchè non ti dico che pariamienti reciproci si scatenano! Quando mi sembra il caso di molare qualcuno senza dare spiegazioni ho imparato che si può essere molto molto zen!!! 🙂 🙂 scusa sto scherzando…comunque la frase finale del tuo discorso è stata la frase introduttiva di Antonio rispetto alle ultime 5 lezioni del corso che è terminato… e prima di concludere questo ciclo di studi il Capitano ci ha condotti verso possibilità spirituali sempre sotto il punto di vista dell’enneagramma. Sto semplificando. Troppo difficile da spiegare ma come vedi le conclusioni spesso sono affini….insomma zen, sufi o cristiani a volte la strada maestra è una sola, nella quale convergono i vari affluenti e nemmeno questo credo, sia un caso. Baci.

    #5370 Risposta

    un atomo

    Sì condivido proprio la strada maestra è una. Mi sono sbellicata a immaginare i vostri incontri sulle parabole zen 🙂 🙂 Questo potrebbe aprire una discussione su come i vari enneatipi recepiscono i diversi linguaggi o le differenti forme d’espressione. Insomma per me il linguaggio delle storie zen parla in maniera immediata come se si rivolgesse a una interiore facoltà intuitiva. E’ da quando sono adolescente che consulto i Ching e ne ho ricevuto spesso una fonte di illuminazione. Ma ci sono ennatipi che più di altri comprendono il linguaggio poetico, oppure altri che sono a proprio agio con l’ approccio scentifico? C’è chi comunica meglio attraverso l’espressione corporea e altri attraverso l’osservare, il fare etc… Alcune considerazioni tra enneatipi e linguaggio in senso lato sono scontate ma poi… siamo due 4 eppure percepiamo in modo diverso… Perchè questo accade? L’espressione umana in tutte le sue varianti è sempre l’attuazione di un codice, che connessioni ci sono tra la preferenza ad un codice, l’enneatipo e l’essenza? Quanto può l’educazione o gli stimoli ambientali e culturali e quanto invece la scelta di una data forma di espressione è regolata dal complesso delle nostre caratteristiche? Anche se volessimo analizzare il solo codice linguistico alcune cose saltano agli occhi. Per esempio ho notato che spesso i 4 (quando non solo in fase di isolamento ermetico, il che capita :-)) sono verbosi, immaginifici, paradossali e teatrali se lasciano parlare le proprie emozioni, molto logici, conseguenziali e analitici se si tratta di approcciare un problema da cui si riesce a prendere distanza emotiva. Persino la scelta delle parole più usate non è casuale credo, ho un amica due per cui le parola relazione, sentimento, amore sono il vocabolario di base, un amica sei che punta sempre sul vocabolo: strategia, una cognata 7 per la quale la chiave principale del dizionario è pariare (per chi non è napoletano: divertirsi alla grande) e via dicendo. Quasi che nell’esprimerci avessimo bisogno di ricordare anoi stessi le nostre piccole trappole. Io uso spesso la parola profondo , conflitto e armonia 🙂 🙂 aiutoooooo, anche se soprattutto dovrebbero aiutare chi a che fare con le mie parole chiave 🙂 🙁

    #5371 Risposta

    Marina Pierini

    E che ne dici della parola…autentico???? EEHHH??? Non dirmi che non fa effettone su noi 4. Il valore autentico. Il significato autentico. Il sentimento autentico. 🙂 si diciamo che quando discutiamo sulla filosofia zen lui (il pinnuto) vuole convincermi a tutti i costi che sono perfettamente in grado di capire….io una storia del tipo….maestro come faccio a sapere a che ora pregare…e il maestro risponde pestandogli un piede e l’allievo si illuminò…..NON LA REGGO! Che devo fare? Mi devo sforzare?? Ma già come 4 mi sforzo continuamente…noi siamo..lo sforzo per eccellenza!! Non è meglio la storia sufi?? perlomeno loro danno una spiegazione, una delle molte, al pestone sul piede… e uno dice ahhhh allora è saggezza, non è che non lo sanno manco loro!! 🙂 🙂 🙂 le stori zen se non sono raccontate da un vero santone sono pericolosi paccotti! Uno fa finta di aver capito, tanto non deve spiegarla!! Così si atteggia pure e si ammanta di mistero e santità…No no no….non ci riesco proprio…a me la storia deve sembrare………autentica!!!! 🙂 🙂 Quindi chi me la racconta deve pur darmi una sua interpretazione…eh! Diciamo che…tornando seri…il linguaggio uno strumento in più attraverso il quale interpretare un tipo. Anche osservare lo sguardo, la gestualità serve moltissimo e gli enneatipi tendono ad adottare comportamenti simili, così come frasi “riconoscibili e ricorrenti”. Sempre, da quando si da la buonanotte la sera…da come la si da…a quando ci si arrabbia e così via…insomma dei clichè ….c’e’ anche l’enneagramma per l’occasione?? Indovina??? Ebbene si. Ma tu dovresti averlo studiato però. O mi ricordo male??

    #5373 Risposta

    un atomo

    ma l’autenticità della storia sta proprio nel fatto che non te la devono interpretare e spiegare!!!!!! E’ proprio per questo che il maestro gli dà il pestone:-) il dolore doveva raggiungere la radice del suo essere. Un singolo istante di intensa consapevolezza, vale mille spiegazioni e interpretazioni. sE NON è AUTENTICO QUESTO?? comunque basta, mi conosco e meglio che mi astengo altrimenti scatta l’ostinazione tipica dei 4 , e la presunzione di pensare, insieme con Antonio ,che sì sei capacissima di capire. La lezione di cui parli non credo di averla seguita. La parola autentico non la uso troppo, anzi mi genera un pò di diffidenza. Però uso altre cose per esempio quando un ignaro malcapitato mi chiede banalmente come stai provo un’ intensa difficoltà nel rispondere un convenzionale bene, grazie e anche non c’è male è veramente troppo poco 🙂 🙂 Mi sembra assurdo che il poverino abbia fatto solo una domanda formale (non sarebbe abbastanza autentico e profondo!!!!) perciò se qualcuno mi chiede come sto è meglio che si prepari a una disanima piuttosto approfondita di varie gradazioni e sfumature del mio stato d’animo accompagnate possibilmente anche da una qualche progettualità di cambiamento 🙂 🙂 🙂 Leggerina come una farfalla….aaaahh ahhh . Comunque certo anche la gestualità, la postura, la mimica sono importanti, però per me le parole sono fondamentali, costituiscono l’asse portante della mia memoria, non ricordo magari i visi ma sono capace di ricordare intere conversazioni avvenute venti o trenta anni fa. A volte sono così importanti per me che con la vecchiaia (va bè diciamo con la maturità) ho cominciato ad apprezzare qualche silenzio mio ed altrui. Certamente i miei non sono mai sufficienti, per ora l’unica cosa che riesco a fare è comprimerli per parecchio tempo per farli poi esplodere tutti insieme al massimo dell’energia, e bè la componente dell’istinto sessuale c’è, c’è….

    #5374 Risposta

    Chiara

    Ragazze (marina e atomo) è stato un vero piacere leggervi. Che bel confronto ricco e senza arroccamenti, che bello scambio. Devo dire che per strade spirituali che anch’io percorro ho sentito molto Atomo. (anche io consultavo e lo faccio tuttora l’I Ching!) A me le storie zen piacciono molto perchè colgono l’essenza al di là delle parole e mi mandano in corto circuito il comune modo di pensare. C’è una verità sfrondata e nuda, un’ironia asciutta che sento essere ciò che a me manca, che in qualche senso mi completa. Ho fatto tanti percorsi in passato alcuni più “mistici” che trovavo particolarmente congeniali, che mi facevano palpitare ancora di più, “sentire”, commuovermi. Quando sono approdata dove sono ora, ho sentito un impoverimento come se da una parte mi stessi denudando e riducendo all’essenziale, e dall’altra una pienezza di vita e di esperienza mai provata, non necessariamente emotiva pur essendo “emozionale”.
    Sento che riuscirò ad esprimere poco con le parole…Parlare talvolta è fuorviante, perchè le parole creano mondi e spesso fraintendimenti…
    Un bacio. Chiara

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