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Rapporti genitori-figli : La prima cosa bella di Virzì

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Questo argomento contiene 30 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Chicco di grano 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #728 Risposta

    Utente Ospite/Carla

    A proposito dei rapporti fra genitori e figli, mi è capitato, di recente, di vedere il film di Virzì “La prima cosa bella”, uscito da tempo, ma che non avevo ancora visto. Lì il regista ricostruisce abilmente il vissuto emozionale dei due bambini durante la loro infanzia , attraverso i ricordi del figlio adulto Bruno – interpretato da Valerio Mastrandrea – proprio nel momento della malattia e morte della madre. Il film mi è piaciuto molto. Il regista fa capire l’amore che entrambi i genitori hanno avuto verso i figli nonostante i molti errori compiuti, che hanno anche influito pesantemente sulla vita dei figli da adulti. Si capisce che il figlio Bruno si è rifugiato in una personalità Cinque come estrema difesa dal torrente in piena delle emozioni vissute durante i burrascosi litigi ed infine la drammatica separazione del padre e della madre, mentre la sorellina, interpretata da Claudia Pandolfi, divenuta adulta, sembra un Quattro in preda ai suoi sentimenti di inferiorità e autosvalutazione. Il padre è evidentemente un Uno, “ostaggio” di un’accecante gelosia nei confronti della moglie, che lo porta ad immaginare tradimenti là dove non ci sono ed infine a cacciare la moglie ed i bimbi da casa, salvo rendersi conto degli errori compiuti, quando è ormai troppo tardi….Non voglio dire di più per non togliere il gusto di veder il fim a chi non l’avesse ancora visto. La moglie,una donna molto semplice ed ingenua, ben interpretata da Micaela Ramazzotti, prima, e da Stefania Sandrelli, nell’ultima fase della vita, sembra invece un Due, molto cordiale, socievole e un po’ seduttiva, ha un approccio molto “emotivo” nei confronti della vita, viene capita pienamente dai figli soltanto quando si avvicina la sua fine e si capisce che, rimasta sola, ha compiuto una scelta molto difficile per provvedere a loro…
    Personalmente, mi è piaciuta molto “l’eredità spirituale” che la madre lascia al figlio Bruno e che vediamo accogliere dal figlio quando la madre non c’è più. Dopo aver raccolto tristemente le cose della mamma, Bruno, finalmente, decide di “lasciarsi un po’ andare” al gusto per la vita, e fare una bagno al mare con la sua compagna…Ho immaginato che, in una continuazione ipotetica del film, dopo quel bagno in mare Bruno potesse diventare padre….

    #6853 Risposta

    Marina Pierini

    Immediatamente scarichiamo, vediamo e ti facciamo sapere….ne ho visto il trailer molte volte ma non sono mai riuscita a vederlo!

    #6854 Risposta

    Chicco di grano

    Ho visto il film alla sua prima uscita, ricordo quindi i passaggi meno dettagliatamente di te, cara Carla, ma quello che mi è rimasto dentro è lo spirito del film, che mi è sembrato uno dei pochi buoni film di quest’anno. Non mi ero soffermata a riflettere sui Tipi dei protagonisti ma adesso che la tua mail mi ci fa riflettere, ci provo. Anch’io credo che la madre sia un Due e la figlia un Quattro. Sono incerta sul padre, che non mi sembra un Uno quanto forse un Sei controfobico. Il figlio a giusta ragione potrebbe essere un Cinque. Concordo sul fatto che il film rappresenta bene l’amore dei genitori verso i figli e gli errori che i primi hanno, loro malgrado, hanno commesso..

    #6855 Risposta

    Teresa

    ….bellissimo film, concordo sugli enneatipi di Bruno e Valeria ma la madre un 7 no? Questo suo essere leggera nonostante la tragicità della sua vita. Il modo in cui trasforma tutto al positivo nel tentativo di evitare angoscia ai figli. Disposta a tutto pur di farli vivere bene, vedi il finale (non dico di più per rispetto a chi non lo ha ancora visto) sembra un 7 conservativo..che dite?

    #6856 Risposta

    Marina Pierini

    …lo abbiamo scaricato Carla…adesso solo il tempo di vederlo…se i piccolo terribilone ci permette di stare davanti alla tv abbastanza!!! Tra me ed Antonio non so più chi dei due deve recuperare libri da leggere, film e cose da scrivereeeee!!! Se ci riusciamo lo vediamo stasera! Baci! Teresina comme staie????

    #6857 Risposta

    un atomo

    Anche a me il film è piaciuto molto, la madre l’avevo inquadrata anche io come due ma l’obiezione di Teresa mi fa sorgere dei dubbi, anche se più ci penso e più mi sembra un due. I figli invece sono caratterizzati a l millimetro come 4 e 5. Non vedo il padre come un 1, mi sembrerebbe un 6.

    #6858 Risposta

    Carla

    Sì, l’osservazione di Teresa sulla mamma fa venire dei dubbi anche a me. Mi ha fatto venire in mente il comportamento del personaggio di Benigni nel film “La vita è bella”, un comportamento “da Sette”, non è così? Forse anche da “Sette conservativo”… Comunque, mi chiedevo come reagirebbe una mamma Due nella situazione del film di Virzì: forse maschererebbe di meno la sua angoscia con i figli? Si comporterebbe più “da vittima”, secondo voi?

    #6859 Risposta

    Marina Pierini

    A questo rispondo senza aver guardato il film…si, in genere un Due sotto stress tende a fare la vittima, a drammatizzare molto, a coinvolgere tutti gli affetti in maniera emozionale a volote pretendendo che ci si occupi di lui/lei…. sopratutto per non sentirsi abbandonato affettivamente. Infatti molti due che sono in una situazione di sofferenza possono essere confusi con il tipo 4. La differenza è che si tratta di una “fase” e che lo scopo di tale atteggiamento è differente tra le due tipologie. Entrambi cercano attenzione ma il tipo 4 vuole in sostanza comprensione, un 2 invece non vuole sentirsi solo e abbandonato.

    #6860 Risposta

    Carla

    Cari Marina ed Antonio, spero che prima o poi possiate vedere il film e dirci qualcosa sugli enneatipi dei protagonisti..intanto approfitto per farvi tanti auguroni!
    Ciao, Carla

    #6861 Risposta

    Marina Pierini

    Cara Carla, non so da voi, ma qui il natale è un affare di stato. Tra pastiere, pesci da comperare, lasagne, panettoni ed altro non c’è più tempo di capire nulla…appena usciti dal ciclone ti facciamo sapere. In ogni caso un abbraccio stretto e caloroso a te, tuo figlio e tuo marito. Auguri a tecla, Teresona, Raffaella e tutti tutti quanti ci leggono!

    #6862 Risposta

    Teresa

    Auguri di un buonissimo anno a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Antonio e Marina…mamma mia e che magnate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Un abbraccio stetto stretto a tuttettrè!!!!!

    #6863 Risposta

    Marina Pierini

    Eccomi qui, anticipo io alcune riflessioni sul film in attesa di un feed-back anche da parte di Antonio che mi sembra condividere e confermare le riflessioni che vi propongo. Il film ci è piaciuto molto. Anche se a causa delle inflessioni dialettali dei personaggi ed il casino che Mattia faceva alcuni dialoghi ci sono un pò sfuggiti. Cominciamo dalla mamma che confermiamo trattarsi di un tipo 7. E’ quasi la risposta al femminile di “la vita è bella”. Leggera, superficiale, sempre allegra e sempre interessata a ciò che la fa ridere, anche alla fine della sua malattia. Solo in alcuni momenti la “maschera” dell’allegria sembra scivolarle dal viso ed ecco che allora emergono per qualche attimo espressioni di dolore, che tuttavia rapidamente, spariscono. Eterna bambina con la testa tra le nuvole, che combina un sacco di casini coi figli che ama molto, ma dei quali si occupa senza mai interessarsi dei loro sentimenti e dell’aspetto “interiore” della loro crescita. Sono quasi figli compagni di giochi e di avventura o sostegno, piuttosto che figli che fanno i figli. Il marito e dunque loro padre è un tipo 6. Paranoico, convinto che la moglie lo tradisce con chiunque, si sente al sicuro solo nella relazione con la sorella di lei, nella quale alla fine però si annoia da morire. In contraddizione coi suoi sentimenti, è più a suo “agio” ad amare la moglie come amante, la qual cosa lo solleva da un bel pò di preoccupazioni e responsabilità, piuttosto che farsene carico come moglie ed essere di nuovo tormentato dal sospetto e dal dubbio di esser tradito. Anche lui tiene ai ragazzi, ma così come la moglie non si occupa minimamente dell’aspetto emozionale dei figli e dei danni che le loro scelte squinternate ed ambivalenti provocano. Il figlio primogenito è un 5 egregiamente descritto sia da voi, sia dall’interpretazione di Mastandrea che è stato credibilissimo. La sorella invece sembrava un 9. Poi ci siamo resi conto, quando lo rimprovera di averla abbandonata, del suo bisogno di protezione, del suo essere “fifona” e della sua necessità di sentirsi rassicurata e protetta dal fratello che anche se la maltrattava un pò e la prendeva in giro alla fine era sempre vicino a lei. Quando il fratello va via lei si lega rapidamente ad un marito logorroico e straripante che sembra non vederla neppure, ma meglio questo che niente :-). Un tipo 4 avrebbe recriminato per ore, rivendicato per anni, scavato per eternità tempestose tutte le cose che le erano accadute, invece anche lei manca di quella emozionalità e capacità di introspezione, che si concede per un attimo, solo quando la mamma muore. Scomparendo quella “autorità” alla quale cerca di non assomigliare (ma che un pò si mette in casa prendendo un marito simile) si concede un pianto emozionale tra le braccia di qualcuno capace di trasmeterle “calore”….ossia il titolare che la corteggia. Ci ha convinti il suo rimproverare il fratello di non averla tenuta vicino e protetta (cosa vitale per un tipo 6 calore) piuttosto che una sua rivendicazione emozionale di abbandono e di ingiustizia subita. Infine il personaggio della sorella ci ha lasciati un pò perplessi. All’inizio ci sembrava un tipo 1. Poi ci siamo resi conto della sua troppo palesata aggressività nei confronti di una sorella che lei vive come rivale affettiva. Della sua incapacità a riprendersi dopo il “fallimento” di un fidanzamento che si conclude col matrimonio del suo fidanzato con la sorella più bella di lei. Della sua “efficacia ed efficienza” nel gestire le situazioni senza lasciarsi condizionare troppo dalle emozioni. Del suo desiderio di avere figliastri con voti eccellenti a scuola, competitivi come lei…ed abbiamo pensato che potrebbe trattarsi di un tipo 3. Mi ha fatto venire in mente “she devil” un film di un bel pò di tempo fa…in cui la miglior vendetta di questa donna abbandonata sarà quella di togliere al marito tutto quello che ha. In un certo senso anche lei si riprende marito e famiglia di lei, svalutandola continuamente davanti ai figli e davanti a tutti. Penso che per adesso possa bastare….devo dire che il finale ci ha commossi molto ed è francamente da rivedere senza gli urletti monelli di Mattia…perchè ne vale la pena. Bacionissimi a tutti!

    #6864 Risposta

    Marina Pierini

    scusate rileggendo mi sono resa conto che avrei potuto creare degli equivoci chiamando “la sorella” quella che nella storia è più precisamente “la zia”..quindi la sorella della protagonista, è a lei che mi riferisco nella parte ultima del mio intervento.

    #6865 Risposta

    Carla

    Leggendo le vostre considerazioni, mi è venuto in mente come spesso gli enneatipi “attirino” esperienze, ambienti, persone che corrispondono alle loro caratteristiche. La mamma del film, ad esempio, creatura “leggera” del tipo Sette, entra in contatto con un mondo dello spettacolo un po’ di “quarta categoria”, dal concorso di bellezza di provincia all’ambiente delle comparse dei film, popolato di personaggi altrettanto “leggeri” ed abbastanza deludenti, che fanno finta di essere quello che non sono. Il padre invece, soprattutto dopo la separazione, si chiude in un mondo che sa di regole e bigottismo; lo vediamo spesso serio, portare i figli, sottratti alla madre, in chiesa e alle processioni religiose. Personalmente, mi riesce sempre difficile, da così pochi elementi, cogliere le differenze fra tipo Sei e tipo Uno. Gli scoppi di rabbia, le crisi di gelosia, questo riferirsi ad una religiosità un po’ bigotta possono essere dell’Uno e del Sei. Sono tipi che, esteriormente, si assomigliano molto, anche se interiormente vivono emozioni molto diverse. Trovo anche piuttosto difficile riconoscere il Tre, soprattutto quando non si trova in situazioni ottenute grazie al suo “successo” e al suo essere competitivo. Questo dipende senza dubbio dal fatto che ancora devo approfondire le mie osservazioni sugli enneatipi. Ce ne sono alcuni che riesco a “vedere” abbastanza bene da subito, ma in molti casi ho parecchi dubbi.
    Ciao, Carla

    #6866 Risposta

    Marina Pierini

    Effettivamente i limiti per distinguere le sfumature tra enneatipi sia nella vita che nei film sono molti. Se poi pensiamo che a volte le storie raccontate in qualsivoglia modo sono volutamente poco approfondite, o rese soggettive a seconda di chi scrive la sceneggiatura e dunque dipinge il personaggio a proprio modo e così via…le difficoltà aumentano. Se poi mettiamo in conto, che gli spazi tra i vari tipi sono pieni, e non vuoti, e che a volte l’influenza di ali e frecce è fortissima…non se ne esce più. Diciamo che lo studio dell’altro ci serve per migliorare la nostra capacità di percepire e focalizzare l’altro, ma l’errore fa parte del gioco. Tuttavia ci sono degli indizi e delle strategie per riuscire a fare delle differenze anche tra tipi che agiscono in superficie con modalità solo apparentemente simili. Mi viene in mente una tra le varie lezioni di Antonio, in cui si studia l’enneagramma delle modalità di espressione dei tipi. Infatti, siccome a monte, le cause delle reazioni e dei comportamenti sono nettamente differenti tra le varie tipologie, perchè differenti e specifiche sono le Passioni, le “azioni” simili non sono necessariamente seguite da simili linguaggi verbali ed espressioni del corpo. Se questo non dovesse bastare ad aiutarci a collocare innanzitutto nella triade principale qualcuno che ci interessa, possiamo anche chiederci dove, quella persona, con le sue azioni…vuole andare. Qual’è lo scopo? Ecco dunque che ad es. la rigidità, la bigotteria, l’eccessivo senso critico possono identificare un tipo 6 se il personaggio vuole allontanare da sè la colpa (vera o presunta) dell’altro, per non sentirsi “sporcato” egli stesso dal senso di colpa e dall’ambivalenza che sempre lo contraddistingue. Un tipo 1 userà quei comportamenti per “modificare”, “ripulire”, “correggere”, “perfezionare” la persona amata o che gli è cara al fine di “salvarla” da sè stessa….ad un tipo 6 non interessa correggere l’altro, solo proteggere se stesso dalle conseguenze dell’errore dell’altro. Dunque la rigidità ad esempio è un rifugio, è un comportamento necessario per ottenere “protezione”, ordine nel caos nel tipo 6, mentre nel tipo 1 è una dimensione necessaria per sostenere fino alla morte ciò che un 1 SA essere giusto, per sè e dunque per gli altri. Cosa accarebbe se le convinzioni di un 1 fossero molli, plastiche? Come si può correggere se stessi e gli altri se non si sa con certezza dove sta il giusto dallo sbagliato?? Posso fare un altro esempio. Un personaggio che lamenta di essere stato abbandonato, trascurato, sottovalutato può essere un tipo 4…ma può anche essere un tipo di 6. Nel caso del film noi abbiamo pensato che la sorella del protagonista fosse un 6 misto/calore e non un 4 perchè lo scopo del “lamento” non era ottenere comprensione per il proprio dolore patit, lei non voleva essere vista nella sua totalità. Era un lamentare di essersi ritrovata “allo scoperto”, non protetta a causa della partenza di lui e del suo allontanamento. Spesso i 6 sentono di essere maldestri, buffi e si lamentano di non saper fare le cose, ma è la differenza che c’è tra Paperino e Calimero! Quando il protagonista è in ospedale e decide di portare la mamma a casa, nonostante se ne sia disinteressato in tutti quegli anni, sgrida in malo modo la sorella chiamandola stupida e ordinandole di accettare la sua decisione, lei a quel punto non rivendica il “posto” avuto fino a quel momento, nemmeno lo rimprovera di fare scelte azzardate scavalcandola completamente, non drammatizza, non accusa, non sbotta…nulla di tutto questo, semplicemente dopo un pallido tentativo di obiezione cede con sollievo la responsabilità di tutto, a lui. Per non parlare della sua reazione quando sa di avere un fratello…nessun lamento introspettivo, nessuna considerazione profonda, solo un piccolo attacchetto di ansia e di panico 🙂 ma poi accetta tutto pur di non avere problemi. Non parliamo poi del suo invocare continuamente, con aria serafica, “pazienza” rispetto al marito chiacchierone ed auto-assorbito. Un tipo 4 avrebbe avuto tutta questa pazienza verso un partner così cieco? Dunque lo scopo, il linguaggio, la scelta delle cose su cui tacere e quelle su cui intervenire, ci hanno spinti a collocarla tra i 6 più miti, piuttosto che nel 4 come all’inizio si era creduto. Le cose da dire sarebbero tante, alla fine conta poco “avere ragione”, piuttosto conta l’allenamento, la capacità di visualizzare contemporaneamente una serie di aspetti e dimensioni per cogliere il non visibile dentro di noi. Avere più strumenti, dunque molteplici enneagrammi forse aiuta molto perchè è come avere più attrezzi per smontare il motore di un’auto e capire come funziona…anche noi spesso cambiamo idea, anche a distanza di anni e devo ammettere che vivere questa sorta di “rivelazione” ci aiuta sempre e sottolineo sempre, ad incrementare la percezione e conoscenza di noi stessi e l’altro allora è uno specchio utilissimo ma che dobbiamo sfruttare solo per raggiungere noi ed i nostri abissi, mai per cambiare l’altro o avere verità assolute su altre persone.

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