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Questo argomento contiene 3 risposte, ha 3 partecipanti, ed è stato aggiornato da Antonio Barbato 8 anni fa.
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ElisaDa poco si è aperto per me il mondo dell’enneagramma grazie ad un prof. Io sono un 4. Ma mi chiedo: esistono delle “regole” che stabiliscono quali relazioni (amorose) funzionerebbero meglio tra gli enneatipi? E una relazione con uno stesso enneatipo è positiva o meno?
Buongiorno, Elisa.
Non sono un insegnante abilitato, parlo da semplice appassionato lettore, in attesa di un intervento più autorevole.
Da quanto so, non esistono ‘regole’ vincolanti rispetto alle relazioni, in quanto gli individui non sono enneatipi (intesi come schemi rigidi) ma entità complesse. Chiaramente, ognuno di essi avrà dei canali di comunicazione privilegiati con un altro dato enneatipo ed altri che richiederanno uno sforzo maggiore: si tratta di scovare i punti in comune con l’altro tipo e fondare su quelli il rapporto. Ad esempio, un 4 come lei condividerà con i 3 e i 2 il centro di appartenenza (emozionale), con un 5 una certa ‘alienazione’ dal mondo, con un 1 un apparente senso di giustizia che muove le proprie azioni (cfr l’articolo sulle polarità interiori), e così via.
Quanto alle relazioni amorose, pare che statisticamente si formino molte coppie dello stesso sottotipo, a prescindere dal tipo di appartenenza.
Secondo me, una relazione sentimentale fra due tipi uguali non è di per sé positiva né negativa perché da un lato può favorire la mutua comprensione, dall’altro una chiusura verso altri modi di sentire, pensare, agire. Dipende sempre dal livello di integrazione degli individui coinvolti.Si, Andrea, effettivamente, come afferma il vecchio detto: “in amore non esistono regole” ed, infatti, ogni singola persona può innamorarsi di un’altra appartenente ad uno qualunque dei vari tipi. Per questo buona parte della letteratura dell’EdT si è soffermata nel descrivere che tipo di relazione si può instaurare fra due persone appartenenti ad un determinato tipo piuttosto che cercare di individuare una motivazione che può portare alla nascita di un rapporto. Personalmente io ritengo ci sia una certa verità nel detto che afferma che tendiamo a giocare sempre i giochi cui siamo abituati, anche se, tuttavia, questo va ben capito. All’inizio della mia esperienza di insegnante mi ero fatto l’idea, infatti, che moltissime volte le persone si sceglievano dei partner che avevano lo stesso tipo di quello di uno dei genitori, con la fondamentale differenza, però, che dovevano appartenere ad una variante istintuale diversa. In questo modo si poteva preservare l’illusione di avere scelto un partner completamente diverso mentre, in realtà, si continuava a restare nell’ambito dei vecchi e ben conosciuti giochi. Poi, però, mi sono reso conto che ci sono ulteriori complicazioni che entrano in ballo quando si comincia una relazione duratura…..
Antonio, e quindi adesso che idea ti sei fatto, restando sempre in ambito EdT? Cioè, non capisco se alludi al fatto che non si possa dare una risposta a Elisa ragionando in termini enneagrammatici, oppure se intendi altro.
Grazie per esserci venuto in soccorso, ad ogni modo!:) -
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