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Questo argomento contiene 58 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina Pierini 13 anni, 1 mese fa.
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Utente Ospitevediamo se ho capito la situazione, caro vfn (spero non sia una parolaccia ma valerio franceco nicola? :-))…Dunque ad un certo punto della tua vita qualcuno ti ha etichettato come 8, ti ha scaricato addosso le colpe dell’intera sua esistenza: lei continua a lavorare su se stessa, a crescere, a liberarsi, ‘a suo dire’. Tu rimani indietro,’ a suo dire’, frustrato e incavolato nero, perchè un intero rapporto si è ridotto al fatto che tu sia un numero. Per te sono tutte menate, sofismi intellettuali per non guardare la vita così com’è. L’unica cosa che capisci è che ti sei svegliato sotto accusa, questo non ti piace perchè non lo trovi giusto. Inoltre è limitante, non rispetta la tua individualità, ti sembra un modo per scappare dalle cose vere. Non approvi tutto il movimento che c’è intorno a queste correnti di pensiero, ci vedi manipolazione, opportunità di costruirsi una carriera alle spalle dei gonzi di turno che ci cascano perchè insoddisfatti della propria vita e alla ricerca di qualcuno che dica loro chi sono. Cosa per te inconcepibile. Nella migliore dell’ipotesi , ovvero se non c’è malafede, forse pensi che si tratta di fantasie poco reali. A me sembra di aver capito questo, anche leggendo sull’altro forum. E’ così? Mi piacerebbe sapere se ho capito, senza che io voglia nè commentarlo, nè giudicarlo, nè condividerlo. E’ solo una curiosità umana, che mi scatta perchè sento rabbia , confusione e dolore vero che mi colpiscono . Se comunque hai scritto in questi ambiti un motivo ci sarà. Credo che per te sia ridicolo, eppure qualcosa mi spinge a parlarti e a dirti che comprendo a livello istintivo ed emotivo. Posso?
Utente Ospiteper l’utente Lo Sveglio perchè secondo te il problema di questa persona sta nel fatto che lui non crede ai numeri ma crede di essere solo se stesso? Mi piacerebbe una risposta approfondita, non banale, non tanto teorica quanto rispondente a quel nucleo interno e profondo di noi che si sente tradito e non riconosciuto quando gli altri lo banalizzano in una definizione che pretende di interpretare tutto di te seguendo percorsi meccanici: passione, fissazione, ferita, illusione, difesa ecc…ecc… E il mistero? il destino? l’ imprevedibilità della vita? Quello che sfugge all’ansia razionalizzatrice e rassicurante dei ‘ sistemi’ di interpretazione? Il senso profondo della nostra esistenza non è nelle nostre mani, ed è una tenera illusione , un pò disperata, pensare di costringerla in 9 numeri, ma anche in 108 e pure in mille. Dio o il caso ha forgiato miliardi di forme di vita, ognuno con il proprio sacro e inviolabile mistero. Nessuna ripete l’altra, tutte hanno un senso che nessuna ‘consapevolezza ‘ può veramente aiutarci a capire. Possiamo vedere alcuni meccanismi, ma sono appunto meccanismi e basta, non spiegano la tua vera essenza in alcun modo, mai. Puoi capire a livello di meccanica e di fisica perchè l’acqua scorre dal rubinetto, mi puoi spiegare l’utilità dell’acqua sul nostro pianeta, a cosa serve, la sua composizione chimica , ma la natura dell’acqua , il perchè genera la vita così com’è su questa terra nessuna interpretazione mentale te lo può spiegare. Per me solo accettando profondamente questa “non conoscenza” delle cose e di noi stessi, che ci si può timidamente avvicinare al trascendente. E rimanere lì in silenzio, allibiti, ingenuamente stupefatti, umili , privi dell’arroganza umana di capire e catalogare tutto. Puliti. Solo quando finalmente siamo in questo stadio, e probabilmente mai ci arriveremo, solo allora ci tocca qualcosa che qualcuno chiama grazia, altri illuminazione, altri non so come. Per i fortunati che vivono ciò i numeri fanno ridere e rientrano nel gioco della grande illusione, allora ci si rende conto che ci si è trastullati con pezzetti di verità.
Utente Ospite/Lo svegliouna domanda per utente ospite .vfn: – sei panteranera che è intervenuto su “che cos’è una passione e che cos’è una fissazione”??
per l’ultimo utente ospite: mi dispiace ma ho cancellato un post che avevo scritto per risponderti e appena avrò un po’ di tempo lo riscriverò; volevo chiederti, e chiedere agli utenti ospiti in generale, la cortesia, senza alcuna vena polemica, ma solo per questioni di chiarezza, di aggiungere alla dicitura automatica “utente ospite” una lettera, una parola, un nick o cmq un qualsiasi elemento distintivo che permetta di capire se sull’ argomento in questione ci sono uno o più utenti ospiti che scrivono contemporaneamente. Grazie mille. Lo Sveglio
SirenellaIo non credo che tutti banalizzino sempre e per forza in un numero, gli altri, quando si studia enneagramma. Accade a volte, sopratutto ai novelli appassionati e non ancora esperti, accade forse ai superficiali, ma non sempre e non a tutti. Cosi’ come accade talvolta di etichettare il macellaio, come uno magari ignorante, una baby sitter come una che in fondo che ne sa del vero lavoro, e cosi’ via. Non serve l’enneagramma per creare pregiudizi ed etichette…lo facciamo gia’ da sempre. Ma non tutti, non sempre, non necessariamente. Essere “semplicemente” se’ stessi quindi cosa significa esattamente? Io non ci trovo nulla di semplice nell’essere se’ stessi e peggio che mai nel capire se’ stessi. Figuriamoci poi gli altri. In ogni caso concordo con Lo Sveglio, offrire di se’ almeno un alias o un soprannome e’ meglio che scrivere in anonimo. L’alias paradossalmente dice agli altri qualcosa di noi, dei nostri gusti, di come ci sentiamo, tanto quanto un nome o forse di piu’….lo dice anche chi mantiene l’anonimato, per la verita’…. 🙂 ma chi si apre al dialogo forse puo’ compiere lo sforzo civile di firmarsi in qualche modo quando scrive, giusto per amore di educazione e coerenza e per non essere confuso con altri anonimi. Un dialogo e’ apertura, no?
@Caro lo sveglio sei lo stesso che tempo fa scriveva così: ? “E’ così importante secondo te, sapere chi scrive?? E, se si, perchè?? dammi una motivazione. Se mi firmo Dormiente, Sveglio, Eagle, Marina Mele, Marina Perini o altri cosa cambia…….i contenuti sono l’importante.” Peccato che hai perso il post di risposta, appena puoi…se vuoi…
Utente Ospite/Lo sveglioSe mi rispondi così, Utente Ospite @, posso pensare di non essermi ben spiegato. Se, per esempio, su un argomento tipo “Sei controfobico ed Otto” un utente ospite “A” apre la discussione e un utente ospite “B” risponde e tutti e due non si distinguono in qualche modo, io, utente ospite/lo sveglio, posso pensare che non si tratti di un dialogo ma di un monologo. E così anche quando il post si allunga……..tutto quì.
Su questo forum mi sono sempre firmato Lo Sveglio e quando ho dimenticato di aggiungere il nick ho sempre riscritto un post successivo in cui precisavo chi ero per non creare confusione.
Per quanto riguarda la risposta, guardacaso, stavo proprio in questo momento elaborando il post.
Un po’ di pazienza e te la invio. Ciao
Utente OspiteCaro utente ospite@, io non so tu chi sia e ne tanto meno quanto tempo della tua vita spendi per cercare di capire o semplicemente di vivere il mistero di cui parli, ma ti dico che una persona che dedica alla sua interiorità un tot. di tempo al giorno, presi, come si è oggi, dal tram tram quotidiano, non può sperare di andare da nessuna parte da solo. D’altronde, questo è vero per ogni attività, per ogni cosa; se voglio imparare a suonare il pianoforte non posso sperare di imparare da solo dedicando 4 ore (e già sono tante) al giorno senza nessuna guida. Dipende poi dall’obiettivo che ci si prefigge, se voglio suonare “Fra Martino campanaro” è un discorso, se voglio diventare un pianista il discorso cambia. Scale, movimenti delle mani e così via vengono fuori da centinaia di anni di impegno profusi da studiosi della materia che magari hanno dedicato, agli albori, anche una vita intera per ottimizzare il movimento delle dita della mano destra su una scala particolare, e non un tot di ore al giorno. Tu ed io oggi, per imparare quella scala, potremmo beneficiare di quella sua conquista con 4 ore di esercizio al giorno per un mese e sarebbe stupido ed offensivo nei confronti dell’inventore di quel movimento decidere di arrivarci a 70 anni suonati applicandoci da soli. Se oggi cominci a studiare con dei libri, dei metodi, con degli insegnanti di piano, puoi raggiungere con quelle 4 ore al giorno un livello che da solo sicuramente sarebbe solo un sogno. Ma a questo punto una domanda: un conservatorio, un maestro o un metodo ti rende veramente PIANISTA?? Dipende cosa si intende per pianista! Esistono freddi esecutori e pianisti talentuosi; da dove viene fuori questa enorme differenza? Non lo so e non lo si sa!! Addirittura esistono esami di “espressione” al conservatorio, ma la realtà è che nessuno ha una spiegazione per il talento e nessuno sa darti il talento. C’è un punto, e qui il parallelo con ciò che dici tu, in cui la spiegazione non la possiamo trovare nella razionalità, in un libro, nell’esercizio o nel metodo, ne tanto meno possiamo diventare pianisti talentuosi semplicemente affidandoci ad un insegnante sperando che ci porti al talento mano nella mano, ma il talento o, volendo usare le tue parole, la grazia dobbiamo cercarla con altri mezzi e con parti di noi stessi che a volte non sappiamo neanche di avere.
Tu mi chiedi “Perchè secondo te il problema di questa persona sta nel fatto che lui non crede ai numeri ma crede di essere solo se stesso? Rispondi a quel nucleo interno e profondo di noi che si sente tradito e non riconosciuto quando gli altri lo banalizzano in una definizione che pretende di interpretare tutto di te seguendo percorsi meccanici….. E il mistero? il destino? l’ imprevedibilità della vita? Quello che sfugge all’ansia razionalizzatrice e rassicurante dei ‘sistemi’ di interpretazione?”
Il sistema non può interpretare tutto; può farti vedere la parte spiegabile di te che è più grande di quanto si possa pensare ma dopo quella parte il sistema si ferma e sei tu e solo tu a poter “capire, sentire” cosa c’è. E’ difficile da scrivere ma questo è quanto. Detto ciò la parte spiegabile deve essere spiegata!
In risposta all’utente ospite, io sono convinto che ognuno di noi è se stesso e solo se stesso; ma affermare questo ci basta????Ci basta per andare avanti????Risponde a qualche domanda??? Soddisfa qualche obiettivo??
Ognuno ha i suoi obiettivi e magari un corso di enneagrama viene frequentato per i motivi più disparati. Chi perché pensa di avere problemi di comunicazione con gli altri, chi perché pensa che sia utile sul lavoro, chi vuole semplicemente soddisfare sete di cultura, anche se alternativa, chi perché cerca delle risposte (su quest’ultima motivazione mi colloco io). Ognuno cerca qualcosa. Io non so cosa cerca o cercava l’utente ospite di cui sopra e non so perché l’enneagramma ha tradito le sue e le tue aspettative. L’unica cosa che posso fare per cercare di risponderti è dirti la mia esperienza ed il perché io invece non sono ancora stato sedotto e abbandonato.
Premetto che stai parlando con una persona che mai e poi mai voleva rientrare negli schemi e ne tanto meno in un simbolo a 9 punte, sono un “idiota” che pensava di essere un extraterrestre e di non avere nulla a che fare con quanti mi girassero intorno. Nessuno poteva “capire”, perché io….io ero diverso. Io ero il “me stesso” per eccellenza, quindi, come vedi in questo ti vi sono vicino. Un bel giorno, però, mi sono reso conto che non ero solo ma parlando con alcune persone…..si usavano le stesse parole e le impressioni sul mondo, su noi stessi e su gli altri erano simili ma………rimanevamo sempre intrappolati in noi stessi e alla fine prendeva forma il “circoletto degli extraterrestri”, il circoletto di quelli che dicevano “ma come fanno gli altri a non accorgersi della sofferenza che procurano”?, “come fanno ad essere così allegri anche per le più piccole c…..te”…….e così via?
Poi un amico del circoletto entrò per caso a frequentare il corso, me ne parlò e, aspettando che iniziasse nuovamente l’anno e potessi iniziare anche io, mi dava anticipazioni che mi aprirono lo sguardo su una realtà che fino ad allora avevo sempre avuto avanti agli occhi ma che non avevo mai osservato. La cosa che mi sorprendeva di più era che non esisteva solo il nostro circoletto ma ne esistevano altri: il circoletto dei “buffoni” che ridevano e scherzavano su qualsiasi cosa, il circoletto dei “mucho man” gli uomini duri, il circoletto degli uomini di successo e così via. Allora, pensai, “c’è qualcosa alla base che ci porta ad appartenere a questo o a quel circoletto ma cosa??”. E quando entrai a frequentare il corso capii molte cose.
Non continuo sulla mia esperienza perché scriverei pagine e pagine ma essere catalogato come dici tu in un numero è solo apparentemente imposto dall’enneagramma. Bisogna essere, secondo me, consapevoli ed umili nel confessare a noi stessi che siamo stati noi e ripeto solo noi ad entrare in un determinato “circoletto” molto tempo fa, perché il circoletto ci permetteva di vivere e, oserei dire, sopravvivere meglio; ora, quando chi tiene il corso di enneag. aspetta che io stesso, senza forzarmi, mi riconosca nel numero 4, per me sinceramente non cambia proprio nulla; sto semplicemente cambiando il nome al circoletto ma la sostanza è quella.
Per me, tornando a quello che tu chiami “spiegabile” e “non spiegabile”, l’uomo nei suoi comportamenti ha molto di spiegabile, spesso troppo, solo che è difficile soprattutto ai giorni nostri concentrarci su noi stessi per cercare di capire lo spiegabile finanche quando c’è qualcuno che ci mostra come figuriamoci da soli; quando la cosa si fa difficile spesso abbandoniamo tornando nelle rassicuranti braccia di ciò che di noi stessi conoscevamo e dando alle incongruenze e al fallimento il nome di “inspiegabile” (tieni presente che parlo di me). Secondo me c’è molto di spiegabile in noi ma per i motivi più vari spesso ci fermiamo e ci anestetizziamo invece di continuare il cammino. Il cammino va continuato, magari con qualche pausa, ma mai fermarsi. Facendo un parallelo religioso, in molte fedi si dice “Conosci te stesso” o “Svegliatevi”. A parer mio per cercare di toccare l’inspiegabile (forse sarebbe meglio dire “ scoprire di far parte del mistero e dell’inspiegabile) bisogna sondare prima tutto ciò che è spiegabile.
L’enneagramma per me è un conservatorio, voglio diventare pianista da quando sono nato, ho provato a suonare da solo, ad orecchio ma, per il tempo che posso dedicare al piano, non basta e quindi la prima parte del percorso la faccio in conservatorio. Tutto ciò che c’è da sapere e che si può sapere voglio conoscerlo. Vorrei diventare un talentuoso ma non è detto che il talento venga fuori……..ma è anche possibile che venga fuori in itinere come spesso accade. Quando finirò il conservatorio, sperando di aver avuto buoni insegnanti, si vedrà, step by step.
Suonare a orecchio convincendomi che sono unico, che sono me stesso e che nessuno mi deve incasellare in metodi, etc.. etc sicuramente non mi serve a niente. Almeno per ora.Tu scrivi “Per i fortunati che vivono ciò i numeri fanno ridere e rientrano nel gioco della grande illusione, allora ci si rende conto che ci si è trastullati con pezzetti di verità”. E’ evidente che non ti ritieni “fortunato”………e quindi??? Anche io non mi ritengo tale!! Che cosa pensi di fare allora??? Pensi che la tua strada non sia questa?? Ne sei convinto??? Sicuro di non aver commesso errori di alcun genere??? Errori che hanno distorto il significato delle cose??? Sicuro che altri non hanno commesso errori nei tuoi confronti e il risentimento che provi verso questi “altri” non lo stai estendendo inconsapevolmente anche su un sistema che ha molto di valido??? Ti senti tradito, ma tradito in cosa?? Sicuro di non aver preteso da te qualcosa di prematuro?? Se sei sicuro di questo, dopo un’attenta analisi, ti auguro di avere la forza di cercare e la fortuna di trovare altrove, magari il sistema non è tagliato per il tuo modo di vedere le cose. Ma l’augurio più grande che ti posso fare è soprattutto quello di non smettere di cercare, quello di trovare la via di risposta, cognitiva o no, alle tue domande e la via per sentirti parte del tutto.
Ciao Lo Sveglio
Utente Ospite/Lo sveglioil messaggiono qui sopra è mio …..hi hi hi
Lo Sveglio
@caro lo sveglio purtroppo non ho molto tempo per risponderti più approfonditamente come vorrei. Ma appena posso lo farò. Intanto ti ringrazio per la tua bella e complessa risposta. Solo ti voglio dire che non mi sento tradito. Il problema non è che l’enneagramma non sia la MIA strada, nè tanto meno che non contenga risposte valide. Credo solo che non ci sia per nessuno un’unica strada, una risposta omnicomprensiva si chiami essa enneagramma, o zen o vangelo o come vuoi tu…Va benissimo attingere a questo strumento, va meno bene , per me, attaccarsi a dei sistemi illudendosi che siano la VIA. L’enneagramma non contiene più risposte di tante altre filosofie. Lo so ci sarebbe molto da approfondire. Se vuoi lo faremo. Tengo molto a dire che è la mia personale visione che io sento forte e vera per certi aspetti, ma di cui riconosco la debolezza per altri. Non pretendo in alcun modo di pensare che sia giusta per tutti, mi piacerebbe solo che sia rispettata come idea espressa in buona fede e non sia respinta con sufficienza e in maniera preconcetta. Mi sento a disagio di fronte agli aut-aut del tipo o tutto o niente. Grazie per l’ascolto.
Utente OspiteIl problema delle risposte omnicomprensive………..I due tipi di cui stiamo parlando in questo post, ad esempio, sono così convinti di avere la risposta giusta, da non sentire in alcun modo il bisogno di doversi mettere in discussione. L’enneagramma delle personalità non è una risposta omnicomprensiva e non pretende di esserlo, ma è uno strumento utilizzabile per molti fini e molte applicazioni. Capire quale sia il modo giusto per trarne il miglior vantaggio possibile è proprio uno dei problemi che si pongono a coloro che lo cominciano ad utilizzare senza sapere bene come padroneggiarlo. Perchè utente ospite @ ritieni di poter dare un giudizio compiuto su questo sistema sapendo di non conoscerne che una parte ridotta? Per tutti la propria personale visione è “forte e vera”, come tu hai scritto, ma ciò non significa che essa sia necessariamente quella che corrisponde alla verità assoluta che, invece, potrebbe, così come non potrebbe, esistere. Scrivo questo solo per farti rilevare che proprio l’insieme delle tue risposte da l’impressione di essere dettato da un atteggiamento del tipo “tutto o niente” che tu, giustamente, avverti come elemento di disagio.
Antonio BarbatoL’ultimo messaggio era il mio, mi spiace che il mio nome non sia apparso correttamente.
@le mie parole esprimevano dubbi e domande, non risposte e certezze. Invece tu sei convinto che abbia voluto esprimere delle verità e addirittura un giudizio complessivo che io non sento per altro di aver formulato dentro di me. Oltre a dire che la mia visione la sento vera, ho detto anche che ne vedo i limiti. Ho anche precisato che non la credo giusta per tutti e in assoluto, ma che erano considerazioni personali. Come si deve scrivere per poter esprimere un’opinione senza generare queste reazioni? Il mio atteggiamento è del tutto o niente? Può darsi, ci rifletterò,ma a voi che scrivete non vi sento mai dire io penso che…forse…secondo me..secondo l’enneagramma… Al contrario ogni dubbio, ogni incertezza,ogni messa in discussione viene letta come una feroce critica. Dov’è il vero problema? Il bello è che tu affermi che io sia convinto di avre la risposta giusta, mentre io sono perfettamente convinto di non avere alcuna risposta ma solo domande. Avevo scritto.” mi piacerebbe solo che sia rispettata come idea espressa in buona fede e non sia respinta con sufficienza e in maniera preconcetta”… Comunque, scusate il disturbo.
GuidoScusate se interrompo questo confronto per tornare all’argomento principale… Premetto che ho preso quasi per caso in libreria un libro sull’enneagramma poco tempo fa.
Premetto che sono un Quattro che più Quattro non si può, e riconoscermi così ben descritto è stata una vera sorpresa.
Sono appena uscito da un anno di relazione disastroso con un Sei contorfobico e devo dire che ho trovato alcune risposte importanti. Innanzitutto l’esistenza del 6 Controfobico: vedere tanta aggressività in una persona che si dichiarava insicura, vedere la capacità di concentrarsi solo su ciò di cui aveva bisogno e la strenua difesa delle proprie azioni a prescindere mi ha fatto subito pensare ad un carattere forte e alla mancanza di sentimento (classico da 4). Insomma forse sono un po’ indietro in psicologia ma non avevo mai visto chiedere aiuto a furia di rabbia e pugnalate. E senza sapere che si chiamasse Otto, l’avevo classificata come persona che non stesse soffrendo ma stesse cercando di dominare. Per chi non si è mai posto il problema di dare una sorta di interpretazione al carattere delle persone ma semplicemente vivendo di impressioni, è molto difficile distinguere un Otto da un Sei Controfobico, soprattutto se questo nasconde bene la sua paura. Da ciò che mi sembra di aver capito inoltre negli scontri verbali gli Otto e i Sei controfobici sono entrambi iperreattivi sia che ci si rivolga loro in modo deciso che invece accomodante, è come gettare benzina sul fuoco. Forse l’unica differenza è una terza via, se si lascia sfogare pazientemente un Sei, questo poi si lascia più andare mentre l’Otto (credo) rimane sempre pronto al confronto.
Detto questo ora che conosco l’enneagramma e questo sito mi sembra essere quello che lo tratta nel modo più profondo, mi piacerebbe avere un raffronto sul mio caso di 4 con ragazza 6 controfobica ma dovrei aggiungere un po’ di dettagli e non vorrei deviare il topic.
@ah una cosa mi ha colpito Antonio Barbato: hai scritto all’inizio del post: i due tipi di cui stiamo parlando…e non i due tipi che stanno parlando. Dunque Noi non parliamo con voi, ma VOI state parlando di noi. A proposito di atteggiamenti del tipo tutto o niente…:-)
Marina PieriniCaro Guido e’ un piacere leggerti, benvenuto. E’ molto interessante quello che scrivi, e in qualche modo mi rivedo nella sensazione un po’ disarmante che si prova quando ci si riconosce in un enneatipo…me lo hai fatto ricordare..bbbrrr…ehehehehe. Io penso pero’ che non sia proprio del tutto giusto quello che dici a proposito del lasciar sfogare il sei e quello che dici sull’otto subito dopo. Se posso, condivido la mia esperienza, anche sulla base di quello che stiamo studiando, e ti invito a riflettere su una punto. L’otto tende a cercare di controllare gli affetti e le persone che fanno parte del suo gruppo, che in qualche modo egli sente di sua proprieta’ (scusate ma in certi casi occorre usare espressioni forti per sottolineare stati d’animo, tendenze, colori e cosi’ via :-)…) il controllo quindi e’ strettamente legato ai sentimenti di possesso, piu’ ha piu’ vuole, e’ l’eccesso non dimentichiamolo, e se qualcosa o qualcuno tenta di ribellarsi a questo stato di cose l’otto reagisce visceralmente colpendo o punendo, scaricando quindi la sua rabbia in maniera fisica e immediata. Il sei, sopratutto il controfobico, tende a desiderare il controllo sulle cose e sulle persone, apparentemente come l’otto, il problema e’ che lo fa perche’ ha un terrore intimo del caos. Il caos alimenta l’ansia, i dubbi e quindi la paura. Quando questi due enneatipi quindi hanno una crisi di aggressivita’ non e’ cosi’ facile riuscire ad adottare un comportamento “giusto”. Il problema e’ chiedersi innanzitutto cosa consideriamo “giusto” in questo caso. Voglio dire….se valutiamo quale sia il comportamento migliore per noi, dobbiamo evitare di cadere nei trabocchetti tipici del nostro enneatipo, quindi controllare noi stessi e gestire in maniera piu’ decisa ed equilibrata le nostre reazioni, per il nostro benessere. Se invece, giusto, e’ il comportamento che vogliamo adottare, per non rompere i rapporti con il soggetto otto o sei allora tutto cambia. Dobbiamo cercare di adottare secondo me, una reazione che, a prescindere dalla nostra personale natura, vada bene…sia comprensibile da chi e’ dall’altra parte. Insomma se l’otto parla l’ottese, dobbiamo parlare la sua lingua, e cosi’ via con un sei, con un cinque ecc. ecc. L’atteggiamento migliore in entrambi i casi secondo me e’ la coerenza tra il dire e il fare, e sopratutto il non mostrare debolezza o indecisione perche’ entrambi percepirebbero in maniera negativa questa esitazione. Il sei come una possibile doppiezza di intenti, l’otto come debolezza caratteriale, cosa che detestano cordialmente. Che ne pensi?
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