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Questo argomento contiene 22 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Marina Mele 13 anni, 1 mese fa.

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  • #522 Risposta

    Maurizio Cusani

    Comunico agli amici che è finalmente uscita la prima edizione italiana presso la casa editrice “Magi” del testo tutto femminile “L’enneagramma, conoscenza di sé e sviluppo personale”
    di Sylvie Tenenbaum, Dominique Laugero e Francoise Cavé.
    Qualcuno l’ha già letto?
    Lodo l’intelligente traduzione di Antonella Bianchi di Castelbianco che finalmente comprova ed esprime con il termine “BASE” e non “TIPO” la tipologia di ogni numero dell’enneagramma.
    Questo è un punto linguistico importante nella relazione e nell’insegnamento per non fissare eccessivamente la persona in un ruolo codificato, soprattutto all’inizio del percorso di autoriconoscimento ma anche in seguito durante il processo di individuazione e integrazione.
    Il testo è particolarmente interessante per il gioco delle configurazioni che mi trova assolutamente concorde. Forse sarei stato ancor più coraggioso configurando nel percorso di evoluzione anche il movimento dell’ala dominante.

    #3377 Risposta

    Claudio Garibaldi

    Ciao Maurizio,
    ho letto questo testo in lingua originale un pò di tempo fa. A dispettodel nome, Dominique Laugero è un uomo. In ogni caso mi sembra che gli autori usino il termine base (già in lingua originale) perché partono dall’impostazione della PNL e non dall’enneagramma.
    Che io sappia, ma ovviamente potrebbe essere diversamente, il termine “base” non è mai stato usato nella teoria dell’enneagramma. E al di là di questo, voler relativizzare la forza del tipo (di base), mi sembra voler ridurre la forza della passione predominante (anzi neanche volerla vedere da parte di chi cerca di entrare nel proprio tipo), per promettere facili cambiamenti tipici – giustamente – dei corsi di PNL che si fanno ai venditori di polizze e roba del genere. La possibilità di muoversi velocemente sulle basi (teorica), sembra, se mi permetti il paragone – come il movimento veloce del Sette da una cosa all’altra, in modo da evitare la sosta e l’approfondimento.
    Comunque, queste sono solo sfumature teoriche. Ognuno lo chiamerà un pò come gli pare.
    Un saluto, buona domenica
    Claudio

    #3378 Risposta

    Marina Mele

    Caro Claudio, come tu ben sai e peraltro tutti gli altri, ho approcciato questo Forum sempre come persona fisica e mai come professionista, di base. Talvolta, in ogni caso, ho ritenuto necessario entrare in gioco su alcuni richiami professionali, come una delle professioni che svolgo, quella della naturopata secondo l’orientamento di Riza. Poichè ho spesso usato toni e approcci un filo esagerati, ho valutato con attenzione come entrare su questo post. Qui, oltre che come persona, sono coinvolta su altri due fronti. Come codocente dei master di enneagramma che eroghiamo, con Maurizio, per Riza ai naturopati e come manager che opera nel campo dei servizi assicurativi da più di 27 anni, e da alcuni meno con ruoli sempre, appunto, di elevata responsabilità Poichè sul primo ritengo corretto lasciare il campo a Maurizio, leader e docente di enneagramma della scuola di Riza, certamente più adatto di me a rispondere, e peraltro propositore del post, scelgo e preferisco concentrarmi sull’altra tua definizione: ….omissis…..venditori di polizze e roba del genere……omissis. Hai presente le TWIN TOWERS? Bene. Chi credi abbia pagato la distruzione delle Torri? Chi credi abbia pagato lo sventramento strutturale delle Torri? Chi credi abbia pagato i danni e le conseguenze a tutti gli arredi e strumenti e pertinenze delle Torri? Chi credi abbia pagato le macerie, il resto della demolizione e lo sgombero di quella tragedia? Chi credi abbia pagato la mobilitazione operativa di uomini e mezzi quel giorno (e ancora non è finita) di quella tragedia? Chi credi abbia aiutato e risposto, economicamente,alle conseguenze della perdita delle attività, alcune fallite, che rappresentavano uffici dentro le Torri? E chi credi abbia risposto, economicamente, alla perdita e alle conseguenze, della premorienza e handicap vari conseguenti alla tragedia? E chi ha messo a disposizione i mezzi per il reintegro e rilancio dei danni conseguenti ai fallimenti delle società? E chi ha risposto economicamente secondo le norme e le condizioni prestabilite e pattuite alla ricostruzione di tutto quello che ne consegue (evito la lista)? Le polizze di assicurazioni fatte dai venditori di polizze. Nonchè le polizze che rispondevano alle consguenze terroristiche e lasciamo da parte gli aerei, altra branca asssicurativa qui coinvolta. Buon adomenica anche a te. Melinda

    #3379 Risposta

    Marina Mele

    Domanda: polizza è una parolaccia? E i venditori di polizze? Ho finito!

    #3380 Risposta

    Claudio Garibaldi

    Cara marina,
    perchè non parli della fuga dall’esame della passione dominante, che era il tema su cui volevo porre l’accento? Dare il messaggio che ci si muove sulle basi veloci come su dei pattini a rotelle mi sembra roba da venditori. Di polizze o di altro. Con tutto rispetto per gli assicuratori. In ogni caso, parliamo pure di basi, basta che diciamo che è una convenzione che poco a che vedere con l’Enneagramma. Parere personale, niente di più.

    #3381 Risposta

    Claudio Garibaldi

    Che io sappia, o così mi hanno insegnato, è piuttosto difficile scardinare la Passione Dominante, che assume, questo sì, varie maschere. ma questo non significa che, improvvisamente, e non si capisce bene in base a cosa, se non ad una mera affermazione teorica non verificata, un tipo si sposta e va qui e là. Certo che vi è il movimento, ma la radice dell’albero rimane quella. Così almeno viene detto sui testi che ho letto relativi alle passioni. Ma lascio sempre lo spazio al dubbio.

    #3382 Risposta

    Marina Mele

    Mi pare corretto precisare, tra l’altro, che ho il libro e che l’ho sfogliato e leggiucchiato qua e là. Inoltre, aggiungo, anche se devo approfondire ed eventualmente confermare, che trovo questo libro, in particolare, più attento e pregnante nella descrizione dei 3. Tu Claudio, lo hai letto, questo libro? E quanto affermi, su basi e passioni, ti pare attinente a quanto è descritto nel libro, o, eventulmente, ne parlavi in maniera generica? Melinda

    #3383 Risposta

    Marina Mele

    Claudio, scusa, potresti anche precisarmi in quale parte del libro, o del post, si parla di pattini a rotelle a proposito delle basi? Non lo trovo! Per quanto riguarda le assicurazioni ho già detto, credo abbastanza!!! E per quanto attiene le tecniche di vendita, sono dell’idea che tutti dobbiamo farne uno!!! Se vuoi che si parli delle passioni va bene. Proponi un post dedicato così capisco meglio di cosa vuoi parlare. Asta luego! Melinda

    #3384 Risposta

    Claudio Garibaldi

    Guarda il discorso è molto semplice a mio avviso. La base è una terminologia della PNL. Infatti gli autori del libro citato – che ho letto in lingua originale, cioè il francese – parlano di meta-programmi etc. Niente di male, ovviamente. Il libro è interessante, se letto e considerato nell’appropriato contesto.
    Ma occorre precisare che il termine “base” è tipico di quella disciplina, e non dell’enneagramma. Non è stata quindi una scelta della traduttrice. A livello epistemologico anche le parole che si usano hanno valore, dato che implicano tutta una teorizzazione sottostante.
    Anch’io uso “grafotipo” quando metto insieme grafologia ed enneagramma, ma preciso che tale termine è un neologismo che deriva dalla fusione di due discipline, e non che appartiene all’insegnamento originale (per lo meno quello della personalità) dell’enneagramma. Tutto lì. Se si usa “base”, a mio avviso occorerrebbe dire che deriva da un termine della PNL applicato all’Enneagramma. Altrimenti si può tranquillamente essere approssimativi. Il mondo andrà avanti lo stesso.
    Il discorso sulle passioni e sul radicamento di esse (quindi non ci sposta tanto facilmente e a proprio piacere dalla “base” originaria) spero lo si affronti seriamente in un futuro percorso formativo. Sarà quella la sede per confrontarci, per chi lo vorrà fare.

    #3385 Risposta

    Maurizio Cusani

    caro Claudio il testo di Tenenbaum e colleghi (grazie!, nel mio entusiasmo pro-rosa credevo che anche Laugero fosse una femmina) non parla di PNL ma di enneagramma. E’ un testo di enneagramma. Non di PNL nè altro.
    La concezione “sacra” dell’enneagramma che vede la base (ops..il tipo!)
    come inamovibile mi trova molto perplesso e la trovo non solo limitante ma terribilmente pericolosa perchè può costringere le persone
    (allievi sempre alla ricerca di un guru) a giocare un ruolo per la vita quando invece la dimensione umana è molto più composita. Su questa visione credo che la maggior parte di coloro che si occupano di enneagramma, oggi, concordino, ormai. Ti dice qualcosa Arica?
    Non è un caso che la PNL (e Erikson!), cioè “cose serie” , si serva dell’ennea con un’accezione ancor più libera che, personalmente, non mi scandalizza affatto. Sarebbe come dire che di ipertensione sistemica si ammalino solo alcuni alberi e non altri.
    Non è così. Ci sono criteri di favoreggiamento e di esclusione, ma null’altro. Tenenbaum e colleghi parlano di “configurazioni” in cui vengono tenuti in conto 4 opzioni sostanzialmente in modo dinamico e contemporareo. Nemmeno questo mi scandalizza tanto più che di movimento dall’ala secondo le direzioni frecce ne parla liberamente anche un “vecchio” come Riso già nel suo primo libro. Speravo che tu avessi sentito la conversazioni che ebbi sull’argomento anche con O’Leary (altro “vecchio”) ad Assisi, e anche lui era della mia stessa opinione.
    Comunque hai ragione, non muore nessuno. Io uso il termine basi dal 2000 per i miei corsi. Credo che all’epoca non conoscessi nemmeno la PNL. E’ più digeribile per gli psicologi (scardinare la passione dominante è affare loro! e la stessa psicoterapia accetta oggi modalità più dolci nell’affrontare i problemi dell’individuo in un maggiore rispetto della dignità della persona rispetto a solo 20-30 anni fa) e descrive meglio la realtà che l’ennea è movimento e costruzione o destrutturazione nel tempo. Certo sarebbe interessante capire come certe opzioni siano particolarmente affezionate alla propria tipologia, ma questo è un altro discorso.
    Ognuno faccia come crede.

    #3386 Risposta

    Claudio Garibaldi

    Caro Maurizio,
    Il mio intervento su questo post era dovuto alla tua affermazione iniziale riguardo alla scelta della traduttrice che “finalmente comprova ed esprime il termine “base” e non “tipo” la tipologia di ogni numero dell’enneagramma.
    Forse la tua era una battuta, in quel caso l’ho presa un po’ troppo sul serio. Altrimenti mi è parsa un’affermazione direi azzardata. A parte che la traduzione del termine francese “base”, usato dagli autori, con la parola italiana “base” mi appare la stessa cosa, non credo che questo comprovasse proprio nulla, né che fosse compito di una traduttrice dare evidenza di alcunché. Inoltre, se dici che “finalmente viene comprovata…” vuol dire che per te è importante una differenza tra base e tipo, e che la questione abbia una sua, pur relativa importanza.
    Dici che il testo in oggetto è sull’enneagramma. Non so, chi lo leggerà potrà valutare da sé.
    A parte che gli autori dicono di essersi formati con Anné Linden (da loro definita come una delle maggiori conoscitrici dell’enneagramma – pazienza ormai siamo tutti maestri, insegnanti, illuminati), in realtà costei ha creato l’istituto di ipnosi Eriksoniana a New York, ed ha scritto un libro proprio su PNL ed Enneagramma.
    Gli autori, dopo aver affermato che tutti i libri precedenti scritti sull’Enneagramma lo consideravano una tipologia (p.30) – e io mi domando: “quando mai questo è accaduto?”, dicono esplicitamente che l’Enneagramma è “Affascinante perché si iscrive felicemente nel campo concettuale ampio, flessibile…. della Programmazione Neurolinguistica” (p.12). Affermano poi (p. 33) di aver confrontato “la struttura proposta dall’Enneagramma con le nostre ricerche sui sistemi di valori condotte secondo l’ottica sistemica della persona proposta dalla Programmazione neurolinguistica”. Infatti poi usano tutta una serie di paramentri chiamati “Filtro attività” – “Verso” “Cornice di riferimento esterna” “Through time” – “Metaprogrammi dominanti”.
    Se questo è Enneagramma….
    In ogni caso, il libro, a parte lo svarione di dire che tutti gli altri autori, eccetto loro, considerano l’enneagramma una tipologia (ma si sa, basta vendere si afferma di tutto) è interessante. Consiglio di leggerlo. Niente di originale comunque. Loro considerano la configurazione (cioè base – ali – direzioni delle frecce) come un tutto unico. Ma basta leggere un bellissimo articolo di dieci anni fa di Judith Searle, intitolato “Latitudine e longitudine dell’Enneagramma” per capire quanto il tutto sia perfettamente acquisito all’interno della teoria classica dell’Enneagramma della personalità.
    Quello che fanno gli psicologi va sicuramente conosciuto, ma non li renderei depositari di eventuali verità sull’Enneagramma.
    Infine, penso che tu, Maurizio, ad Assisi sia andato via subito dopo il tuo intervento. Non so se sai che è stata proposta la creazione di una commissione scientifica europea, il cui compito sarà quello di valutare l’uso del linguaggio nei vari campi dell’Enneagramma e la validazione dei test. In quella sede non sarà penso possibile affrontare con superficialità la questione base-tipo (anche se non è una questione di vita o di morte). Spero di poter assistere a questi incontri. Personalmente opto sempre per il rigorismo piuttosto che per la commercializzazione veloce.
    Un saluto,
    Claudio

    #3387 Risposta

    Antonio Barbato

    Mi astengo, per abitudine e coerenza, dall’esprimere giudizi sui contenuti di un libro, preferendo che ognuno ne faccia, sulla base della propria risposta interiore a quello che legge, tesoro nella costruzione della propria consapevolezza. In questo caso, però, non posso esimermi dal dire che la somma di generalizzazioni, superficialità, commistioni, usi arbitrari di concetti appena appena orecchiati, errori, omissioni e storpiature della teoria e della pratica, lo rendono un libro dalla dubbia correttezza. Il termine “base”, inoltre, è erroneamente usato per definire quello che è, invece, descritto da sempre nella letteratura psicologica e filosofica col termine “tipo”. Non a caso, infatti, tutti gli autori di testi sulla personalità, con la paradossale eccezione di Ichazo, parlano di “tipo” per definire “un esempio o modello che riproduce in modo peculiare il carattere di una specie o di una moltitudine di individui, cioè il modello caratteristico di un atteggiamento generale che appare in più forme individuali” (Jung), oppure come “la caratteristica abituale che conferisce al carattere di un individuo la sua impronta specifica ed inconfondibile” (Kant). Il fatto è che il termine “base” nell’enneagramma serve per qualificare, differenziandolo, il comportamento abituale di un “sottotipo” o di una “variante istintuale”, rispetto a quelle caratteristiche più generali che costituiscono il “tipo”. In altre parole il tipo è sempre un tipo di base, per rendere in questo modo chiara la differenza che esiste fra le caratteristiche più generali dell’ego (passione+fissazione) e le varie posizioni esistenziali derivanti dall’influenza o dallo squilibrio degli istinti. Non è per caso che nel libro citato gli autori non si azzardano nemmeno lontanamente, a parlare delle variazioni istintuali. Ve lo immaginate il dilemma nel dover parlare (ammesso che ne conoscano l’esistenza), di “sottotipi della base” o di “varianti istintuali del tipo di base”, quando hanno pomposamente dichiarato che è sbagliato parlare di una tipologia dell’enneagramma? Non basta aver partecipato ai corsi per corrispondenza (come usano fare tanti “esperti conoscitori”) o aver leggiuchiato distrattamente un’intervista con Ichazo per fare di una persona un esperto di quella che nei tempi andati si chiamava “lettura dell’anima”!

    #3388 Risposta

    Marina Mele

    Direi che è un invito a leggerlo e a farsene assolutamente una opinione.
    Personalmente non sono conoscitrice approfondita della PNL per cui potrò godere di un approccio poco inquinato. Personalmente ho adottato la definizione tipologia perchè la trovo ovunque e credo sia parte del gergo appropriato dell’enneagramma a livello internazionale ma si sa che vi sono autori che necessitano di affermarsi creando la cosiddetta “differenza! Provo a spiegarmi. Va bene, penso,che vi siano autori che esprimano concetti propri se supportati da teorie comprensibili e significative e, quando pubblicati, tali autori hanno diritto di esistere…..ovviamente la condivisione è ben altra cosa e si ha altrettanto il diritto di non condividere. Ora io non ho mai chiesto a Maurizio Cusani come mai abbia scelto di usare il termine “base”. Non so se a voi sia noto. Maurizio, quando tornerai dalla tua isola, potresti spiegarci cosa ha mosso il tuo pensiero a definire “base” quello che nel gergo viene definita “tipologia”….chiudo con l’impegno a leggere approfonditamente questo libro di cui si parla. A domani, con più calma. Tutti bene? Buona nanna.

    #3389 Risposta

    Marina Mele

    Ricordo male o Eleonora è esperta di PNL?

    #3390 Risposta

    Eleonora

    Sì, Melinda, ricordi male, non sono assolutamente esperta di PNL. bacioni

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