Antonio Barbato
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13/08/2012 alle 18:32 in risposta a: END OF THE SEASON Impressioni di un Quattro davanti ad un mare di impressioni #8264
Cara Panto/Van, fino a ieri notte alle 3.30 c’era ed ho potuto leggerlo e apprezzarlo. Ora non compare più neppure a me ma anche altri articoli, che ho pure commentato, non sono più visualizzabili. Credo che il webmaster stia rimaneggiando il sito e che questi siano solo temporanei inconvenienti. Diamogli tempo e tutti gli articoli ricompariranno (lo spero!) Un abbraccio
13/08/2012 alle 18:32 in risposta a: END OF THE SEASON Impressioni di un Quattro davanti ad un mare di impressioni #8263ma dove l´hai trovato, M.Alessandra? Non mi pare che compaia nella lista degli articoli pubblicati! Mi sono persa qualcosa? Per il resto, complimenti a tutti. Leggere i vostri scritti e´stata una goduria! Bravi! Van
Una iscritta alla associazione che non ha potuto partecipare al seminario, mi ha chiesto di dare qualche ragguaglio sui sottotipi che, all’interno dei tipi, sono apparsi più eterogenei. ovviamente, visto che il Quattro ha fatto la parte del leone, sono emerse evidentissime le differenze fra gli aggressivi sessuali e i più ritirati sociali, ma perfino la differenza fra il Travagliato e il Negatore (che ha fatto la parte del leone come attenzione), sono apparse abbastanza nette. Oltre questo, però, io personalmente sono rimasto molto colpito dalle differenze fra le varianti del Due. Accanto, infatti, all’atteggiamento poco appariscente e quasi ritirato del sottotipo di conservazione, i partecipanti hanno potuto vedere in azione l’impetuosità e perfino l’irruenza degli altri sottotipi. Perfino chi è dubbiosa sul suo appartenere al tipo Due, non ha potuto fare a meno di rilevare come l’emozionalità si esprima con modalità molto diverso fra le persone dell’Orgoglio. Il sottotipo che io denomino il Cortigiano, infine, è sembrato, ed è, molto diverso dagli altri Tre. MI piacerebbe sapere cosa ne pensano gli altri partecipanti, ma qui tacciano tutti.
L’ultimo seminario ha suscitato una serie di reazioni e riflessioni che meritano almeno qualche parola di approfondimento. In primo luogo voglio scusarmi con tutti i tipi che, per assoluta mancanza di tempo, non sono riusciti a condividere la loro esperienza con il gruppo più ampio. Non ho affatto dimenticato la loro pazienza e, all’inizio del prossimo incontro, riceveranno tutta quell’attenzione che non hanno potuto avere ora. Poi voglio ringraziare chi ha avuto coraggio e fiducia accettando di condividere, in un modo toccante, la propria esperienza di vita. Quella disponibilità è indispensabile nelle fasi più avanzate del lavoro, per aprirsi a quelle parti di noi stessi che molto spesso temiamo perfino di contattare per non riaprire vecchie e mai guarite ferite. In terzo luogo voglio testimoniare che percepivo proprio una bella energia, malgrado alcune difficoltà e resistenze che, dal mio punto di vista di insegnante esperto, sono perfettamente naturali. Malgrado io insista sul fatto che, in definitiva, le varie varianti istintuali sono equivalenti fra di loro, perché tutte espressioni di una stessa passione, so bene che, invece, quella alla quale apparteniamo è anche quella che ci piace di meno, che ci fa più infuriare. IL taglio stesso delle descrizioni provoca fastidio proprio perché cerca di mettere in rilievo quello che è appassionato, piuttosto che ciò che è invece positivo in quella modalità. Alcuni sottotipi, inoltre, sono difficili da mettere a fuoco, perché il contrasto fra forme istintuali espansive e ritrattive è intenso e spesso irriconciliabile. Molti fra di voi hanno consapevolizzato meglio manifestazioni che sembravano incomprensibili e il compito che vi ho assegnato, e sul quale sorveglierò affinché lo facciate, vi aiuterà ancora di più. In ultimo voglio che continui un bel dialogo, anche se a distanza, attraverso le pagine sul forum e sarò pronto a dare tempo ed attenzione a chi vorrà partecipare a questo scambio.
Esistono ormai anche in italiano numerosi lavori sui sufi. Credo che il ormai storico lavoro del maestro Idries Shah Edizioni Mediterranee intitolato, appunto, I Sufi, permetta di cominciare a capire cosa è stata ed è, questa tradizione viva di ricerca spirituale. Il libro di per sé è meraviglioso ed è stato concepito proprio per permette anche anoi occidentali di capirci qualcosa.
Principessì, le mie narici delicate sentono puzza di ferormoni Due a tutto spiano :):):):)
Cara Ale, premesso che ti risponderò compiutamente in privato, perché il contenuto di quanto hai scritto è soprattutto di carattere personale, mi preme di sottolineare pubblicamente che, forse, non sono riuscito a trasmettere compiutamente le caratteristiche del Negatore che, in primo luogo, si contraddistingue per non poter ammettere con un altro di avere bisogno perché debole o disperato, anche se sente tutte le fitte della carenza (in questo c’è la differenza col tipo Due) . Relazionalmente si distingue anche perché al processo di idealizzazione/distruzione, tipico del sottotipo di conservazione, si unisce una forte tendenza alla discussione e alla iper analisi finalizzata alla invalidazione di chi crede di potersi sentire superiore. Non a caso questo sottotipo da più consigli alle persone care degli altri Quattro, sentendosi in grado di interpretare la realtà meglio di loro (Competitività del sessuale+ Io ci sono già passato del Conservativo). Inoltre, e a solo titolo di ipotesi, ti domando: come, secondo te, avrebbe potuto reagire un Negatore sentendosi descritto come tale?? Lo avrebbe potuto accettare?? Bada bene, non sto affermando che tu sia di questo sottotipo (fra l’altro dobbiamo ancora analizzar insieme ancora un sottotipo misto), ma sto ponendo una domanda a chi, nella sua qualità di futura insegnante di EdT, dovrà essere capace di dare una risposta anche a questo tipo di obiezioni che in aula possono esserti sollevate. Infine, io non sono certo infallibile e potrei, pertanto, aver tranquillamente sbagliato nel percepire certe sensazioni. Tuttavia, e anche in questo caso, credo che varrebbe la pena di chiedersi se, come avrebbe detto Gurdijeff, la mia reazione a questo errore (che mi pare tanto evidente) è tanto intensa perché mi hanno pestato il callo più sensibile e non riesco a vedere bene in questo momento. Un abbraccio forte forte, ci sentiamo al più presto……
Si, ma la domanda è: che rischio si corre nell’essere scoperti???? Un Tre parecchio integrato disse: dapprima vedevo solo gli altri, poi, attraverso quello che prima evitavo, cominciai a vedere il mestesso che volevo vedere e infine con la verità vidi quello che avevo paura di vedere.
In realtà io non scrivo molto perché il mio ruolo qui deve essere quello del padrone di casa, di colui che mette gli ospiti a proprio agio non imponendo il proprio punto di vista, soprattutto quando gli viene riconosciuto un ruolo un po’ preminente. Come mi fecero notare più persone a suo tempo, i miei interventi avevano l’effetto di inaridire le discussioni, un po’ perché, bontà loro, molti ritenevano che ci fosse una specie di ipse dixit, un po’ perché non volevano esprimere opinioni contrarire alle mie. Questo mi fece riflettere e mi indusse a limitare al minimo i miei interventi (d’altra parte ne faccio perfino troppi nei corsi), per lasciare spazio allo scambio vivace e, soprattutto, non condizionato. In merito alla osservazione della nostra Fiorellina, inoltre, debbo dire che ha capito lo spirito e il principio della condivisione anche a dispetto della sua calimeraggine interiore :):)
Adesso ho capito, ha ragione Antonio. E’ davvero importante scrivere delle sensazioni residue dell’incontro avuto. Rileggere le vostre mi dà nuovi spunti e riflessioni. Nel marasma che ho di dentro a volte è anche difficile guardare e rappresentare a parole. Mi ha colpito l’espressione di 1atomo: “un anelito verso qualcosa che è nel profondo che è più vero di quello che affiora, la tensione interiore verso questo qualcosa mi fa sentire parziale, spesso ho la sensazione di stare per afferrare quest’Assoluto”..bellissima, quasi una verità assoluta..il resto purtroppo invece è lontano da me..parole come autonomia, distacco, non fanno parte del mio vocabolario..
Tra somiglianze e difformità, sento un avvincente moto interno di rottura..un misto di curiosità, timore e adrenalina che mi rende impaziente di incontrarvi “nella prossima puntata”!!
Desidererei anch’io che le puntate durassero un pò di +…Capità, tu ci seduci e poi ci abbandoni….è un’ingiustizia però…Ovviamente gli ultimi due post li ha scritti la mia Marina e non io, anche se condivido quello che lei ha scritto
scusate ma al posto del numero che avevo segnato tra parentesi è comparsa una faccina……dove scrivo lui xrò è un otto.
Io credo che l’obiettivo realistico, per tutti noi in generale sia quello di alleggerire il masso personale e non certo eliminarlo….non credo si riesca mai davvero a cambiare in questo modo.
Mi hai fatto venire in mente una frase del film che abbiamo visto ieri sera. Il film come anche accennavo oggi in bacheca è Hurricane ed il protagonista che in tutti i modi nella sua vita anche violenta ha lottato per cavarsela sempre da solo e non mollare mai (lui xrò è un 8) dice al ragazzo che poi con amore e tenacia riuscirà a farlo scarcerare: non posso lasciarmi andare ai sentimenti di affetto per te, non posso indebolirmi all’amore ed alla speranza perchè altrimenti desidererei quello che non posso procurarmi da solo e soffrirei.
Dopo anni di sofferenza alla fine cede, e scopre una dimensione in cui amare non è indebolirsi ma accogliere con umiltà il dono dell’altro. Cede all’amore (fraterno) di un giovane che si chiama (guarda il caso) Lazzaro.
Storia vera, di rinascita, di amore, evoluzione personale e solidarietà incredibile.Non sono cose ovvie, anzi, direi che mettono in luce più di un aspetto veramente centrale. Nella mia esperienza posso dire che molte persone di vero successo che ho conosciuto avevano in comune l’esperienza di aver vissuto e non negato un fallimento, e ciò aveva agito come un catalizzatore di energie all’interno della personalità. In termini più generali si può dire che, ogni qualvolta c’è un fallimento non negato, la maschera si restringe e la vera persona che sta sotto comincia ad emergere. Credo che il Tre sia in qualche misura il tipo che meno ha conoscenza del suo vero sé proprio perché è troppo aderente ad un immagine che diventa un circolo vizioso infrangibile. Più vado bene e meno sento la necessità di fare qualcosa di diverso e questo, col tempo, limita la mia capacità di esperire, poi la mia libertà e, infine, il mio spazio interiore di movimento e crescita. Chiara dice bene quando afferma che spesso una persona di successo è un ex fallito, nel senso che è qualcuno che ha dovuto superare con il suo impegno situazioni nelle quali non era, in origine, in grado di riuscire, però è anche vero che spesso il Tre sembra toccato da una sorta di grazia interiore che lo porta a fare proprio quello che serve per essere gradito (ovviamente ciò non avviene per caso, ma questa è un’altra storia) e che, di conseguenza, non riesce nemmeno a chiedersi come o perché debba cambiare. per ogni Evitamento c’è, quindi, il grande paradosso del quale ha parlato Viv: più riusciamo ad immergersi in essi, più entriamo in una dimensione aliena di libertà che ci permette di comprendere e trovare quei segreti che non eravamo prima in grado di trovare. Questo non vuol dire che il processo sia facile e che vada sempre in una sola direzione, cionondimeno nel percorrerlo possiamo trovare qualcosa cui prima non davamo valore e che, ora invece, ci fa capire pienamente la differenza fra l’essenziale e ciò che non lo è. Come diceva Saint Euxpery, imitando un maestro spirituale del decimo secolo, scopriamo che l’Essenziale è invisibile agli occhi e questo è tanto più vero se si è diventati un Tre.
Nel frattempo sono stati resi disponibili a tutti i primi video, con la mia modesta persona che cerca di illustrare i principi e gli scopi di Enneacinema. Se vi fa piacere, diffondetene l’esistenza presso i vostri conoscenti…..Grazie
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